La meteorologia svolge una funzione fondamentale quando dobbiamo pianificare i nostri viaggi e le attività all’aria aperta, o anche soltanto quando dobbiamo decidere se innaffiare il prato o stendere il bucato. I meteorologi attraverso vari parametri, quali la pressione, le nubi, il vento, le precipitazioni, la corrente a getto, ottengono le previsioni del tempo. Parallelamente alla meteorologia, gli scienziati come il prof. Paul Song, del Dipartimento di Fisica e Fisica Applicata del Centro UMass Lowell for Atmospheric Research (CAR), studiano le variazioni delle condizioni ambientali nello spazio interplanetario, in particolare del Sole e dell’atmosfera terrestre. Questa scienza, chiamata meteorologia spaziale, è alle sua fasi iniziali e si concentra sulle condizioni presenti sul Sole e nel vento solare, nella magnetosfera, nella ionosfera e nella termosfera, fattori che possono influenzare il funzionamento e l’affidabilità di sistemi tecnologici nello spazio e a terra con possibili effetti sulla salute umana. A differenza della meteorologia, non è possibile effettuare previsioni deterministiche, se non dopo che un evento sia già accaduto e “prevederla è la prossima frontiera nelle previsioni meteorologiche,” secondo Song. Le avverse condizioni dovute a eruzioni solari rappresentano una minaccia sempre più grande in un mondo altamente evoluto, dove i satelliti, i segnali radio a onde corte, le comunicazioni, le linee elettriche, fanno parte della normale routine della nostra vita. Le tempeste solari possono causare le bellissime aurore polari che coontempliamo alle alte latitudini, ma le particelle ad alta energia prodotte possono danneggiare la salute degli astronauti presenti nello spazio, o di passeggeri ed equipaggi di compagnie aeree che volano lungo rotte polari. Le tempeste geomagnetiche possono provocare inoltre un aumento di tensione elettrica, sovraccaricando le reti e generando estesi blackout. Gli scienziati stanno quindi sviluppando modelli sempre più avanzati al fine di spiegare gli eventi osservati e prevederne l’evoluzione futura. L’attuale ciclo 24 presenta un’attività molto poco intensa e poco dinamica, ma potrebbe non essere sempre così. D’altronde, prevenire è meglio che curare.
La previsione nella meteorologia spaziale: prossima frontiera della scienza
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