Utilizzzando i telescopi spaziali Spitzer e Hubble della NASA, un gruppo di astronomi dell’Università dell’Arizona a Tucson, ha sondato l’atmosfera tempestosa di una nana bruna, creando la più dettagliata “mappa del tempo” per questa classe di oggetti. Le nane brune, a differenza delle stelle, non hanno una massa tale da fondere gli atomi di idrogeno e produrre energia, per cui vengono maggiormente accostate ai pianeti gassosi. La stella fallita, com’è chiamata da qualcuno, si chiama 2MASSJ22282889-431026 e presenta una variazione di luminosità ogni 90 minuti circa. Un cambiamento dovuto alla sua rotazione, scoperto grazie alle diverse lunghezza d’onda della luce infrarossa. Queste variazioni sono il risultato di diversi strati di materiale vorticoso attorno alla nana bruna, dove vere e proprie tempeste di vento interessano tutto il globo. “A differenza delle nuvole d’acqua della Terra o delle nubi di ammoniaca di Giove, le nubi sulle nane brune sono composte da granelli caldi di sabbia, gocce liquide di ferro, e altri composti esotici,” ha dichiarato Mark Marley, ricercatore della NASA all’Ames Research Center di Moffett Field, in California, e co-autore dello studio. “Quindi questa perturbazione atmosferica trovata da Spitzer e Hubble dà un nuovo significato al concetto di tempo estremo.” Questa è la prima volta che i ricercatori possono sondare una certa variabilità a diverse altitudini e allo stesso tempo nell’atmosfera di una nana bruna. Anche se le nane brune sono più fredde rispetto ad altre stelle, in realtà sono troppo calde per gli standard terrestri. Questo oggetto, in particolare, presenta temperature di 600-700°C.
“Quello che vediamo qui è la prova di enormi sistemi nuvolosi organizzati, forse simili a versioni giganti della Grande Macchia Rossa di Giove“, ha detto Adam Showman, un teorico presso l’Università dell’Arizona coinvolto nella ricerca. “Queste variazioni di luce forniscono un’impronta digitale di come i sistemi meteorologici della nana bruna si muovano verticalmente”. I ricercatori hanno in programma di guardare le atmosfere di decine di altre nane brune vicine, utilizzando sempre gli stessi strumenti. “Da studi come questo impareremo molto su questa importante classe di oggetti, la cui massa è compresa tra quella delle stelle e quella dei pianeti gioviani“, ha detto Glenn Wahlgren, scienziato del progrmma Spitzer della NASA a Washington. “Questa tecnica vedrà un ampio uso quando saremo in grado di ottenere singole immagini dei pianeti extrasolari”, continua il ricercatore. La nuova ricerca, presentata al meeting dell’American Astronomical Society Martedì a Long Beach e pubblicata sull’Astrophysical Journal Letters, è un trampolino di lancio verso una migliore comprensione non solo delle nane brune, ma anche delle atmosfere di pianeti oltre il nostro sistema solare.