Difatti, l’ondulazione anticiclonica dell’azzorriano, che tenterà di ergersi sull’Atlantico settentrionale orientale, nel corso della prossima settimana verrà erosa da un temporaneo rinforzo del “getto polare” in uscita dal Canada orientale verso l’Atlantico, causa un sensibile calo dei valori dei geopotenziali sul settore orientale del Canada. Questo perchè uno dei due lobi principali del vortice polare, disgregato dal robusto anticiclone artico generato dall’intenso “Stratwarming” stratosferico (sensibile riscaldamento stratosferico penetrato nell’alta troposfera con conseguente rialzo dei geopotenziale), si andrà a posizionare con i propri elementi principali sul Canada orientale, fra le isole dell’Artico canadese e la baia di Hudson, dove si posizioneranno dei minimi di geopotenziale in quota molto profondi, pronti a inasprire il “gradiente di geopotenziale”, intensificando notevolmente la portata del “getto polare” in uscita dal continente nord americano. Rinforzo del “getto polare” che rischia di schiacciare il blocco dell’anticiclone oceanico, indispensabile per partorire gli affondi di aria molto fredda di origine polare verso le basse latitudini e l’area mediterranea. Il posizionamento del lobo canadese, cosi vicino all’area atlantica, sede del “forcing” troposferico alla base della costruzione del promontorio anticiclonico di blocco sul nord Atlantico, ora rischia di mettere in discussione le prospettive di gelo proposte dai vari modelli, almeno per quel che concerne questa prima fase.
L’azione invasiva del vortice canadese rischia di erodere il “blocking” azzorriano: prospettive gelide ridimensionate?
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