L’azione invasiva del vortice canadese rischia di erodere il “blocking” azzorriano: prospettive gelide ridimensionate?

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La circolazione generale atmosferica comincia a presentare una spiccata componente meridiana, con lo sviluppo di grandi onde emisferiche su larga scala, tra Pacifico settentrionale, America settentrionale, nord Atlantico ed Europa. Le dinamiche stratosferiche stanno favorendo l’enfatizzazione di una grande onda risonante anticiclonica sul Pacifico nord-orientale, che dalle latitudini sub-tropicali si estende fino all’Alaska e agli stati canadesi occidentali della British Columbia e dei territori di Yukon, presentando il proprio ramo discendente sulla West Coast degli Stati Uniti. La formazione di questa grande onda anticiclonica sul Pacifico nord-orientale, nell’alta troposfera, costringe l’anticiclone delle Aleutine, attivo sul Pacifico settentrionale, ad ergere un solido “blocking” (anticiclone di blocco disteso lungo i meridiani) a largo della West Coast degli USA. Questo giovane anticiclone di blocco nord pacifico funge da regia per l’affondo di una saccatura artica, colma di aria piuttosto gelida in discesa dall’Artico canadese, verso il Canada centrale e gli stati centro-occidentali degli USA, dove stanno affluendo gelide correnti dai quadranti settentrionali che scorrono di gran carriera lungo il bordo orientale di questa grande impalcatura anticiclonica, che presenta i propri massimi barici, di oltre i 1035 hpa, di fronte le coste dello stato di Washington e l’Oregon.

Questa irruzione gelida, nelle prossime ore, invaderà tutti gli USA centro-occidentali, portando gelo e nevicate al piano tra Montana, North e South Dakota, Idaho, Wyoming, Utah, Colorado, Nebraska, Kansas, fino all’Arizona, al New Mexico e al Texas occidentale. Questi stati vedranno probabilmente la prima intensa ondata di freddo di questo inizio 2013, frutto del “Major Stratwarming” in azione nella bassa stratosfera artica. Tra North Dakota e Montana le temperature scivoleranno anche sotto la soglia dei -25°C -27°C, con picchi prossimi anche al muro dei -30°C. Ad est di questo asse di saccatura che taglia, lungo i meridiani, il continente nord americano, le cose però cominciano a complicarsi.

L'onda anticiclonica azzorriana che erge il "blocking" verrà spazzata dal forte "getto" dipanato dal bordo meridionale del vortice canadese

Difatti, l’ondulazione anticiclonica dell’azzorriano, che tenterà di ergersi sull’Atlantico settentrionale orientale, nel corso della prossima settimana verrà erosa da un temporaneo rinforzo del “getto polare” in uscita dal Canada orientale verso l’Atlantico, causa un sensibile calo dei valori dei geopotenziali sul settore orientale del Canada. Questo perchè uno dei due lobi principali del vortice polare, disgregato dal robusto anticiclone artico generato dall’intenso “Stratwarming” stratosferico (sensibile riscaldamento stratosferico penetrato nell’alta troposfera con conseguente rialzo dei geopotenziale), si andrà a posizionare con i propri elementi principali sul Canada orientale, fra le isole dell’Artico canadese e la baia di Hudson, dove si posizioneranno dei minimi di geopotenziale in quota molto profondi, pronti a inasprire il “gradiente di geopotenziale”, intensificando notevolmente la portata del “getto polare” in uscita dal continente nord americano. Rinforzo del “getto polare” che rischia di schiacciare il blocco dell’anticiclone oceanico, indispensabile per partorire gli affondi di aria molto fredda di origine polare verso le basse latitudini e l’area mediterranea. Il posizionamento del lobo canadese, cosi vicino all’area atlantica, sede del “forcing” troposferico alla base della costruzione del promontorio anticiclonico di blocco sul nord Atlantico, ora rischia di mettere in discussione le prospettive di gelo proposte dai vari modelli, almeno per quel che concerne questa prima fase.

L’altro lobo principale del vortice polare troposferico, invece, scivolerà in direzione della Siberia centro-occidentale, con un profondo minimo depressionario in quota, il quale apporterà condizioni climatiche molto rigide, con gelo e nevicate diffuse tra i bassopiani della Siberia occidentale, l’altopiano della Siberia centrale e le steppe del Kazakistan. Soprattutto sulle lande dell’ex Repubblica sovietica le nevicate saranno accompagnate da una sostenuta ventilazione dai quadranti occidentali, rinvigorita dal fitto “gradiente barico” pronto ad originarsi tra il bordo settentrionale dell’anticiclone termico “russo-siberiano” (sempre più assottigliato verso la Mongolia) e il lato meridionale della profonda circolazione depressionaria a carattere freddo, annessa al lobo siberiano del vortice polare. Il profondo lobo siberiano, inoltre, favorirà anche un temporaneo rinforzo del ramo principale del “getto polare” che si intrufolerà nel suo bordo più meridionale. Ma lo stesso lobo siberiano, spanciandosi sopra la Siberia centrale, schiaccerà il “getto polare”  che scorre sull’Asia centrale a latitudini più meridionali, accoppiando quest’ultimo al ramo principale della “corrente a getto sub-tropicale”, all’altezza dell’entroterra cinese e del Giappone, da dove si attiva un intenso “Jet Streak” (massimi di velocità del “getto” per il forte “gradiente di geopotenziale” in quota) pronto a versarsi sopra il Pacifico nord-occidentale. Da notare come la fusione fra il “getto polare” e la “corrente a getto sub-tropicale”, sopra i cieli della Cina e sul mar Cinese Orientale, favorirà anche la nascita di diversi sistemi frontali e nuove profonde ciclogenesi che interesseranno la penisola di Corea e il mar del Giappone, per poi allontanarsi molto velocemente sul Pacifico nord-occidentale, sotto la spinta impressa dal potente “Jet Streak” in quota.

Si nota l'intenso "blocking" in azione sul Pacifico nord-orientale che favorirà la discesa artica sugli USA centro-occidentali
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