Il fotovoltaico del futuro sta nascendo in Italia e promette di decollare rapidamente grazie al finanziamento da un miliardo che la Commissione Europea ha assegnato al progetto ”Grafene”, del quale l’Italia e’ fra i principali coordinatori con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Per il direttore del dipartimento di Scienze chimiche e tecnologie dei materiali del Cnr, Luigi Ambrosio, ”il finanziamento da un miliardo e’ importante non solo per l’entita’ dell’investimento in se’, ma perche’ si e’ finalmente raggiunto un equilibrio, mettendo a sistema le competenze dei ricercatori dei diversi Paesi”. Condividere punti di vista diversi e conoscenze diverse significa, per Ambrosio, avere gli strumenti adeguati per raggiungere l’obiettivo principale, ossia ”sviluppare applicazioni industriali avanzate”. Un impegno che si traduce nella ricerca sulle applicazioni di questo materiale sottile come un atomo e robustissimo e che, per Ambrosio, porteranno il grafene ”dai laboratori di ricerca alla vita di tutti i giorni con applicazioni in elettronica, ottica, dispositivi flessibili, fino ai materiali compositi e alle batterie di nuova concezione”. E’ l’inizio di una rivoluzione verso ”un’elettronica di consumo veloce, resistente e flessibile come ‘la carta elettronica’ o cellulari indossabili e pieghevoli, aerei piu’ leggeri ed energeticamente efficienti”. Da un lato ci sono quindi gli studi sui nuovi materiali che potranno derivare dal grafene, coordinati da Vincenzo Palermo, dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattivit… (Isof-Cnr). In questo ambito potrebbero essere messi a punto sensori piu’ affidabili o materiali interessanti per la biomedicina, come ”impalcature” per i tessuti biologici. ”Il grafene Š il materiale pi— sottile che esista in natura – spiega Palermo – e la sua forma, resistenza e stabilit… possono essere utilizzate per creare materiali mai visti prima, provocando una rivoluzione simile a quella causata nel secolo scorso dall’utilizzo dei polimeri per produrre plastica”. Dall’altro le ricerche coordinate da Vittorio Pellegrini, dell’Istituto nanoscienze del Cnr (CnrNano) hanno come obiettivo l’energia: ”batterie al grafene – spiega – potrebbero durare pi— a lungo, avere tempi di carica pi— veloci, immagazzinare pi— energia e potrebbero essere usate nelle future auto elettriche. Il reticolo di carbonio potrebbe essere usato come una sorta di rete nanoscopica ideale per lo stoccaggio di idrogeno in modo efficiente ed economico”