“L’annuncio di stamane dell’allargamento della zona rossa del Vesuvio non e’ una novita’. Sono mesi che se ne discute. Il problema vero sono i piani di evacuazione che la Protezione civile nazionale non ha ancora aggiornato per la zona rossa del Vesuvio e addirittura non ha realizzato per i Campi Flegrei e l’isola d’Ischia”. Lo dichiara il commissario regionale dei Verdi ecologisti della Campania, Francesco Emilio Borrelli. “La Protezione civile nazionale, negli ultimi anni, a nostro avviso si e’ totalmente disinteressata alla sicurezza delle popolazioni locali arrivando a dare la priorita’ addirittura alle trivellazioni a Bagnoli invece che alla redazione e attuazione dei piani di emergenza. Un atteggiamento – aggiunge Borrelli – che sta cambiando a causa del fatto che, nell’area flegrea, si e’ passati dal livello ‘base’ a quello di ‘attenzione’ sul fenomeno del bradisismo. Per non parlare dei risultati degli studi decennali dei tecnici pagati milioni di euro dalla Protezione civile e dei lavori dell’Osservatorio Vesuviano, che ancora oggi sono incredibilmente e vergognosamente ignoti agli amministratori e alle popolazioni locali”. A ribadire la richiesta di un piano di emergenza per l’evacuazione dei Campi Flegrei, anche il vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano Giuseppe Mastrolorenzo: “Studi sull’attivita’ vulcanica avvenuata in passato, simulazioni numeriche delle possibili eruzioni che potrebbero verificarsi in futuro e ricerche sulla estesa camera magmatica attualmente presente al di sotto dei Campi Flegrei, effettuati da me e da altri colleghi nell’ultimo decennio e pubblicati sulle maggiori riviste internazionali – spiega – hanno evidenziato la necessita’ di un piano di emergenza che, pur annunciato continuamente dalla Protezione civile nazionale, non e’ mai stato realizzato e comunicato ai comuni a rischio”. “Anche per il Vesuvio – conclude Mastrolorenzo – per il quale c’e’ un piano di emergenza, le mie ricerche hanno rilevato come esso sia assolutamente inadeguato e sottodimensionato rispetto alla reale pericolosita’ del vulcano. Infatti, secondo i miei studi, sono ben i 3 milioni i cittadini che dovrebbero essere interessati al piano di evacuazione e non gli 800mila attualmente stimati”.