Un team di scienziati del Regno Unito e della Nuova Zelanda ha descritto un nuovo tipo di eruzione vulcanica osservata nei vulcani sottomarini. Le eruzioni vulcaniche sono comunemente classificate come esplosive o effusive, ma una ricerca pubblicata questo mese su Nature Geoscience dai ricercatori della Victoria University di Wellington e dal National Oceanography Centre di Southampton, ha scoperto un tipo di eruzione non precedentemente documentata. All’interno dei vulcani i gas sono disciolti nel magma fuso in funzione delle pressioni molto elevate e della chimica del magma stesso. Proprio come i gas disciolti in una bevanda gassata vengono fuori attraverso le bollicine, il magma viene eruttato come lava quando la pressione si riduce e i gas risalgono, formando bolle di piccole dimensioni chiamate vescicole. Nelle eruzioni esplosive queste vescicole si espandono così velocemente che frammentano il magma, generando violentissime espulsioni di lava, la quale raffreddandosi produce un materiale solido capace di galleggiare sull’acqua: la pomice. “Attraverso la descrizione della forma e della densità delle bolle nelle pomici generate da una caldera vulcanica sottomarina dell’Oceano Pacifico sud-occidentale – il vulcano Macauley – abbiamo trovato grandi differenze nel numero e nella forma delle bolle”, ha detto il professor Ian Wright del National Oceanography Centre, co-autore dello studio. “Questa gamma di densità ben distinta indica che la lava non era né abbastanza vigorosa per un’eruzione esplosiva, né abbastanza delicata per un flusso espansivo“, continua Wright. Lo studio propone che, invece di esplodere nel collo del vulcano, la formazione e l’espansione delle bolle nel magma crea una schiuma galleggiante. Durante la sua ascesa verso la superficie del mare, le vescicole all’interno continuerebbero ad espandersi mediante la riduzione della pressione. “Questi processi spiegano la struttura delle bolle viste nei campioni analizzati, che avrebbero potuto verificarsi soltanto con uno stile di eruzione intermedio e in un ambiente subacqueo“, ha aggiunto il professor Wright. “Possiamo concludere che la presenza di depositi diffusi di pomice sui vulcani sottomarini non indica necessariamente su larga scala un vulcanismo esplosivo.” Gli autori hanno proposto di denominare questo nuovo tipo di eruzione Tangaroa, il dio Maori del mare, in onore della nave di ricerca utilizzata per raccogliere i campioni.