Nel Bollettino del 28 dicembre è stato segnalato dalla stazione GPS un incremento del sollevamento del suolo pari a 0.5 cm nell’ultima settimana.
Il sindaco di Pozzuoli, intervenendo in un telegiornale nazionale ha rassicurato i propri concittadini in merito al sollevamento del suolo registrato a dicembre dagli strumenti dell’INGV e riportati nel Bollettino di Sorveglianza Campi Flegrei del 21 e 28 dicembre scorsi.
Il sindaco ha reso noto che «In base a questi dati, ai Comuni flegrei è stata inviata una nota ufficiale nella quale, come da prassi in casi del genere, è stato comunicato il passaggio dal livello di allerta vulcanica “base” al livello di “attenzione nell’allerta”. In pratica il secondo livello di guardia in una scala di valori che arriva a quattro. C’è attenzione massima ma non vi è alcun pericolo. In questi casi i sindaci e le istituzioni locali sono chiamati per legge ad informare i propri concittadini scongiurando notizie incontrollate che possano ingenerare solo inutile allarmismo. L’Osservatorio Vesuviano è l’interfaccia del Comune e insieme ai loro scienziati abbiamo previsto una serie di incontri pubblici con la cittadinanza per spiegare cosa sta avvenendo nel sottosuolo della caldera flegrea. Dobbiamo affrontare il problema con massima serenità e tranquillità. Il Comune di Pozzuoli sta lavorando al proprio piano comunale di protezione civile e di esodo (in attesa del Piano nazionale) e tra qualche settimana tornerà attivo il COC, il centro operativo comunale per il monitoraggio H24. Il bradisismo va affrontato con un serio approccio scientifico». Il sindaco ha fatto un appello alla comunità scientifica internazionale affinchè venga a studiare da vicino a Pozzuoli questo processo di sollevamento del suolo, facendo della nostra cittadina un positivo esempio scientifico di caratura mondiale. Il bradisismo non deve fare paura, ma va affrontato con un serio approccio scientifico».
I dati dell’INGV evidenziano che dal 2005 è iniziata una fase di sollevamento lento del suolo già interessato dalle crisi bradisismiche del 1969-70 e del 1983-84. Negli ultimi due anni il suolo si è sollevato di circa 17 cm. Eventi sismici di bassa magnitudo con ipocentri a profondità compresa tra circa 4 e 1 km hanno caratterizzato il sollevamento.
Il sindaco di Pozzuoli riferisce che gli scienziati dell’Osservatorio Vesuviano (INGV) spiegheranno alla popolazione cosa stia avvenendo nel sottosuolo della Caldera Flegrea. Ha invitato scienziati internazionali a venire a studiare il fenomeno affermando che non vi è alcun pericolo e che per legge i sindaci devono informare correttamente i cittadini.
Circa 30 anni fa, quando si verificò l’ultima crisi bradisismica il sindaco attuale doveva essere un ragazzino; noi eravamo già esperti ricercatori ed eseguimmo osservazioni, rilievi sul terreno e fotografie nelle diverse fasi evolutive del fenomeno al fine di comprendere quali fossero gli impatti del sollevamento e dell’attività sismica sulla superficie del suolo urbanizzata di Pozzuoli. Attività che per la prima volta con un serio approccio scientifico sono state eseguite e che hanno consentito di capire quello che accade sulla superficie del suolo.
I dati da noi rilevati con un serio approccio scientifico sono di enorme importanza oggi dal momento che nell’area che può essere maggiormente interessata dal fenomeno bradisismico è stata realizzata una rete di metanizzazione urbana.
Come afferma il sindaco di Pozzuoli, il Comune maggiormente interessato dai fenomeni bradisismici scorsi dopo 30 anni circa dalla fine del bradisismo precedente “sta lavorando al proprio piano comunale di protezione civile e di esodo (in attesa del Piano nazionale)”; si può aggiungere che negli strumenti urbanistici non è contemplato il rischio bradisismico.
Nel 1983-84 a Pozzuoli, come pure oggi, per la realizzazione dei manufatti si applicavano le norme della media sismicità.
I rilievi diretti eseguiti hanno evidenziato che quando il sollevamento massimo del suolo raggiunse circa 35 cm iniziarono a manifestarsi evidenti effetti di dilatazione del suolo rilevabili nei manufatti rigidi. come le murature degli edifici, le pavimentazioni stradali. L’attività sismica divenne più continua con eventi di magnitudo superore a quelli della fase iniziale del sollevamento.
Misure ripetute più volte in una settimana evidenziarono che i manufatti erano interessati dalla loro base da una dilatazione con conseguenti fratture.
Le tubazioni dell’acquedotto e delle fognature venivano interessate da uno stiramento orizzontale e ripetutamente spezzate.
Negli edifici in muratura a schiera si formavano lesioni in seguito al loro stiramento orizzontale mentre negli edifici in calcestruzzo armato con giunto tecnico si verificava un allargamento del giunto stesso.
Altri edifici in calcestruzzo armato subivano rotazioni attorno ad un asse verticale.
Le giunture dei binari ferroviari si ampliavano.
Come evidenziato dal Prof. Luciano Nunziante della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Napoli i danni e le distorsioni causate ai manufatti dai fenomeni di dilatazione del suolo hanno amplificato gli effetti degli eventi sismici causando danni sproporzionati in relazione alla contenuta magnitudo.
In pratica sono stati rilevati fenomeni di dilatazione del suolo accentuata in relazione alle caratteristiche geologico-tecniche del substrato. Sono state rilevate su carta topografica in scala 1:2000 tutte le lesioni causate dal bradisismo ed è stata elaborata una mappa delle aree interessate da evidente dilatazione del suolo.
Ci impegnammo per alcun anni nel tentativo di fare emanare norme antibradisismo ma fummo inascoltati a livello di Ministero dei Lavori Pubblici e di strutture locali.
Quando iniziarono i lavori per la realizzazione della metanizzazione urbana avvisammo il Prefetto di Napoli del problema costituito dalla dilatazione del suolo qualora si fosse verificato un nuovo fenomeno bradisismico. Consigliammo di adottare adeguate soluzioni in grado di consentire la dilatazione delle tubazioni in sicurezza: non conosciamo le modalità con le quali è stata costruita la rete del metano nell’area maggiormente interessata dalla dilatazione del suolo.
I dati acquisiti con le ricerche effettuate tra il 1983 e 1984 che evidenziano i fenomeni di anomala dilatazione del suolo e i conseguenti impatti sui manufatti sono a disposizione dei rappresentanti delle istituzioni preposte alla sicurezza de cittadini.
Si sottolinea che, purtroppo, siamo gli unici in possesso di tali dati in quanto fummo gli unici, in base all’esperienza maturata nell’area epicentrale del sisma del 1980, a capire che l sollevamento determinava anomali fenomeni di dilatazione in grado di danneggiare i manufatti.
Se il lento sollevamento registrato finora si accentuerà evolvendo verso una crisi smile a quella del 1983-84, potrebbero ripetersi gli effetti sui manufatti già rilevati in precedenza.
Si potrebbe verificare che con un sollevamento massimo di circa 35-40 cm oltre all’intensificarsi della sismicità inizino anche rendersi visibili i fenomeni di dilatazione del suolo nelle stesse aree rilevate durante il bradisismo precedente.
In tale evenienza, senza fare allarmismo, si avvisano i responsabili istituzionali che la rete della metanizzazione va attentamente e ripetutamente verificata.
Manufatti vari ed edifici potrebbero essere interessati da deformazioni e distorsioni i cui effetti potrebbero aggravare le condizioni degli edifici già sollecitati durante il precedente bradisismo.
Per ora la situazione è “sotto controllo” e non vi è alcun pericolo!