Lo smog accorcia la vita e aumenta i sintomi respiratori, soprattutto in aree geograficamente sfortunate come la Pianura Padana. Parola di pneumologo. Francesco Blasi, ordinario di Malattie respiratorie al Policlinico-universita’ Statale di Milano e presidente dell’Ers (Societa’ europea di malattie respiratorie), rilancia l’allarme sui collegamenti fra malattie come l’asma e la Bpco e inquinamento. L’occasione e’ il convegno ‘Le patologie ostruttive bronchiali: similitudini e differenze’, promosso e ospitato fino a oggi da GlaxoSmithKline a Verona. “Lo ha dimostrtato uno studio milanese, ‘Poemi’ – ricorda l’esperto all’Adnkronos Salute – che ha coinvolto i 5 principali ospedali cittadini e ha evidenziato come qualunque aumento di inquinamento induce un aumento degli accessi al pronto soccorso per sintomi respiratori. Il dato e’ che non c’e’ una soglia. Anche l’Oms ha messo dei valori limite alla presenza di inquinanti nell’aria, ma sono fittizi e puntano quantomeno a diminuire il piu’ possibile l’impatto sulla salute. Ma il problema e’ che qualunque aumento di Pm10, Pm2,5, ozono e cosi’ via, induce un aumento della sintomatologie respiratorie. L’ideale sarebbe non avere inquinamento, anche se e’ impossibile. I picchi, pero’, generano un aumento degli accessi in pronto soccorso”. Non solo: gli esperti hanno anche “quantificato la riduzione dell’aspettativa di vita provocata allo smog. I dati sono in un rapporto europeo: si parla di una media di 8,6 mesi per gli europei, con numeri che variano a seconda delle aree. Il taglio si aggira infatti attorno ai 3 mesi nei Paesi scandinavi, e raggiunge i valori piu’ elevati nel Benelux con belgi e olandesi che vedono un’aspettativa di vita ridotta di 13 mesi. Ma va peggio in Pianura Padana: qui, in media, le polveri sottili accorciano l’esistenza anche di 2-3 anni”, ricorda Blasi auspicando un “cambio di mentalita’ e politiche diffuse di lotta all’inquinamento”. Gli effetti dello smog si leggono sulla storia naturale delle malattie respiratorie. Per esempio, per la Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) “l’effetto smog non e’ nella genesi della patologia, ma sulle riacutizzazioni. Lo abbiamo scoperto nel 1950, quando a Londra un aumento di inquinamento provoco’ morti nei pazienti con Bpco. I nostri dati lo confermano. Sappiamo poi che se un asmatico fa jogging in una strada trafficata, ha un rischio di avere una crisi 4 volte superiore rispetto a una corsa nel parco. Cosi’ come vivere affacciati su una strada trafficata alza di 2-3 volte il rischio di incorrere in patologie respiratorie e in riacutizzazioni”. Per vincere la guerra all’inquinamento, incalza l’esperto, “serve un cambio di mentalita’ drastico, politiche diffuse sul territorio”. La societa’ europea di malattie respiratorie, spiega, ha pubblicato una guida con i 10 principi per l’aria pulita, visto che questo e’ l’anno mondiale dell’aria pulita. L’idea di base e’ che, rispetto al fumo di sigaretta, l’inquinamento da’ un piccolo aumento di rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie. Ma il problema e’ che e’ diffuso su tutta la popolazione e alla fine dunque ha un impatto grande. Quanto ai rimedi, la chiusura del centro ci fa interrogare su cosa succede nelle aree periferiche dove le auto continuano a girare. Non e’ una questione di allargamento dell’Ecopass, ma di cambio di mentalita’. Bisognerebbe garantire piu’ mezzi pubblici e far circolare meno auto. Si tratta di interventi costosi e Milano su questo fronte e’ sicuremente piu’ fortunata perche’ i mezzi funzionano”. Nella lista stilata da Blasi rientrano anche “interventi sui riscaldamenti e iniziative per educare la gente a ridurre l’uso dell’auto (ci vorrebbero 3 persone per veicolo e non una); bisognerebbe favorire l’uso di macchine elettriche o a idrogeno, e ridurre quelle a benzina e diesel. Sono interventi costosi – ammetta lo specialista – ma se si vuole ridurre l’inquinamento bisogna lavorare cosi’. Il divieto di fumo nei parchi e’ un’altra cosa corretta. Sono aree ristrette che potrebbero essere salvaguardate, con gli alberi che fanno il loro mestiere e in piu’ c’e’ l’effetto emulazione che verrebbe meno. Il Policlinico di Milano si sta muovendo in questa direzione e attuera’ presto il progetto dell’ospedale senza fumo. Cosi’ non ci saranno piu’ parenti e medici che girano nei corridoi con la sigaretta. Servono segnali forti”.