E’ stato rilevato dai sismografi localizzati in Italia, nella stazione sismica che si trova in Sicilia, a Valguarnera (Enna), il terremoto artificiale probabilmente scatenato da un test nucleare sotterraneo condotto dalla Corea del Nord. ”L’evento di oggi e’ avvenuto nella stessa area nella quale nel 2006 e nel 2009 sono avvenute due esplosioni analoghe”, ha detto il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Stefano Gresta. Nel 2006 era stato provocato un terremoto di magnitudo 4,1, nel 2009 di 4,5. Secondo le prime stime, l’esplosione avvenuta oggi in Corea del Nord ha una potenza di 10 chilotoni (un chilotone e’ una quantita’ di energia pari a quella liberata da mille tonnellate di tritolo). ”Un’esplosione – ha osservato Gresta – che equivale a un terremoto naturale di magnitudo attorno a 5”. Esplosioni di questo tipo vengono rilevate dalla rete di stazioni sismiche presenti in tutto il mondo, che fanno capo all’Organizzazione del trattato per la proibizione completa dei test nucleari (Ctbto) e della quale fa parte la stazione di Valguarnera. Riconoscere un terremoto generato da un’esplosione nucleare da un terremoto naturale e’ possibile e ”la rete globale – ha spiegato Gresta – e’ in grado di distinguere l’origine delle onde sismiche in pochi minuti”. Il primo arrivo delle onde alle stazioni sismiche e’ di tipo compressivo e molto ampio. Inoltre la maggior parte dell’energia liberata da un’esplosione viene trasportata da onde di volume, ossia da onde sismiche che si propagano dalla sorgente in tutte le direzioni attraverso la roccia , e non da onde superficiali. Parallelamente si eseguono nuove misure con sensori infrasuoni, che permettono di misurare le onde che si propagano nell’atmosfera, e con sensori in grado di misurare la presenza di particelle radioattive nell’atmosfera. L’analisi di questi dati richiede alcune ore. Il rischio di test di questo tipo e’ che l’energia liberata dall’esplosione possa attivare faglie vicine. Il test nella Corea del Nord e’ stato abbastanza superficiale e non e’ stata liberata una grande quantita’ di energia, ”di conseguenza – ha rilevato Gresta – non dovrebbero esserci terremoti indotti, se non in aree piccole”.