Che la Terra sia oggetto di impatti cosmici ce lo dice la storia geologica, contraddistinta da eventi più o meno devastanti che in alcuni casi hanno causato vere e proprie estinzioni di massa. Tra tutte, quella avvenuta circa 66 milioni di anni fa, quando i giganteschi dinosauri che popolavano la Terra ricevettero il colpo di grazia proprio a causa di un asteroide caduto al largo del Messico. Siamo ormai nel XXI secolo, e i tanti progressi effettuati nella tecnologia potrebbero infondere l’idea di essere invulnerabili, ma questi eventi ci devono far capire quanto l’uomo possa essere piccolo rispetto alla vastità del cosmo e alla forza della natura. Nessuno aveva visto arrivare l’asteroide responsabile dell’esplosione avvenuta in Russia, la cui onda d’urto ha causato lesioni agli edifici e 500 conseguenti feriti. Secondo Andrea Milani dell’università di Pisa e responsabile del gruppo di ricerca NeoDyS, specializzato nel calcolare le orbite degli asteroidi, “attualmente conosciamo nemmeno l’1% degli oggetti potenzialmente pericolosi che potrebbero intersecare l’orbita del nostro pianeta”. Attualmente manca un sistema di sorveglianza efficace per individuare i corpi più piccoli che si avvicinano alla Terra. Persino gli oggetti delle dimensioni di 2012 DA14, l’asteroide che questa sera transiterà all’interno dell’orbita dei satelliti geostazionari, sono quasi sconosciuti. Secondo l’esperto quindi, è necessario un sistema di sorveglianza e di allerta per evitare di essere colti di sorpresa. L’agenzia spaziale russa Roscosmos, come ad anticipare eventuali polemiche sulla mancata previsione della caduta di un meteorite che oggi negli Urali ha provocato centinaia di feriti, ha chiarito che è “difficile” da preconizzare l’entrata in atmosfera e la caduta sulla superficie terrestre di bolidi spaziali. “Sulla base delle informazioni disponibili, l’oggetto non era registrato dai sistemi d’osservazione russo o stranieri a terra a causa delle sue particolari caratteristiche di movimento“, ha spiegato Roscosmos all’agenzia di stampa Interfax. “L’ingresso di tali oggetti in atmosfera – ha precisato – è accidentale ed è attualmente difficile da prevedere“. Roscosmos ha comunque chiarito che il bolide caduto su Chelyabinsk non è di fattura umana e si muoveva a una velocità di 30 chilometri al secondo.
L’ATMOSFERA, NOSTRA ALLEATA – Ogni giorno rocce di dimensioni di una palla da baseball colpiscono la nostra atmosfera. Fortunatamente più le dimensioni delle stesse sono grandi, minore è la frequenza di impatto. La stragrande maggioranza di esse si disintegrano a contatto con la nostra atmosfera, che agisce come una sorta di scudo nei nostri confronti. Altre riescono a raggiungere il suolo, generalmente dopo essersi frammentate, prendendo la denominazione di meteoriti. I pezzi di roccia che potrebbero rappresentare una minaccia significativa sono quelli di qualche decina di metri di diametro, che hanno una frequenza di impatto con il nostro pianeta ogni 1000-1200 anni circa. Un oggetto di 100 metri ad esempio, potrebbe causare tsunami significativi se cadesse negli oceani, e sarebbe potenzialmente devastante anche per aree lontane dall’impatto. Collisioni con corpi uguali o maggiori ad 1 chilometro si verificano invece in un lasso temporale enorme, valutabile in milioni di anni. Naturalmente oggetti di queste dimensioni avrebbero conseguenze globali. Molti asteroidi sono ancora sconosciuti, ed è per questo motivo che gli scienziati osservano quotidianamente l’universo alla ricerca di oggetti potenzialmente pericolosi. Nel 1998 fu scoperto l’asteroide visibile in foto e tracciato con una linea blu, mentre proprio l’anno scorso è stato scoperto 2012 DA14, una roccia di 50 metri circa che si sta avvicinando al nostro pianeta (senza alcun pericolo di impatto). L’asteroide transiterà il questa sera alle 20:25, all’interno dell’orbita dei satelliti geostazionari. Un’eventuale collisione con il nostro pianeta non ne pregiudicherebbe l’orbita, ma sarebbe in grado di provocare danni a livello regionale.
LA FASCIA DEGLI ASTEROIDI – La maggior parte degli asteroidi orbita tra Marte e Giove, nella cosiddetta fascia principale. All’inizio della vita del Sistema Solare, la polvere e le rocce si aggregarono formando i pianeti, grazie alla gravità del Sole. Il pianeta più grande, Giove, non consentì però l’aggregazione di vari pezzi di roccia che andarono a costituire questa porzione di spazio. La fascia principale si trova ad oltre due volte e mezzo la distanza della Terra dal Sole. Essa contiene innumerevoli corpi rocciosi delle più svariate dimensioni. La maggior parte di essi sono relativamente piccoli, delle dimensioni di massi e sino a qualche migliaio di metri di diametro, altri sono significativamente più grandi: Cerere, 4 Vesta, 2 Pallas e 10 Hygiea, misurano ad esempio oltre 400 chilometri. Con un diametro di 950 chilometri, Cerere risulta essere circa un quarto rispetto alle dimensioni della nostra Luna. Presenta una forma regolare, ma è troppo piccolo per essere considerato un vero e proprio pianeta, per cui è considerato un pianeta nano. Tuttavia, costituisce da solo, circa un terzo della massa della cintura degli asteroidi. Come detto, un tempo questa regione di spazio conteneva materiale sufficiente per formare un pianeta quasi quattro volte più grande della Terra. La gravità di Giove non solo ha fermato la creazione del grande pianeta, ma ha anche spazzato la maggior parte del materiale. Gran parte degli asteroidi nella fascia principale sono composti di roccia e pietra, ma una piccola parte di essi contengono metalli come ferro e nichel. Alcuni di essi risultano completamente ghiacciati, e anche se non sono abbastanza grandi da poter conservare un’atmosfera, ci sono prove che contengono acqua. Molti di loro non possiedono una massa tale da consentire una forma sferica e di conseguenza appaiono irregolari, ma ci sono delle eccezioni: l’asteroide 216 Kleopatra ad esempio, somiglia ad un osso di cane. Nel 2007 la NASA ha lanciato la missione Dawn per visitare due dei più grandi corpi nella fascia principale: Cerere e Vesta. La sonda ha raggiunto Vesta nel 2011 e dovrebbe raggiungere Cerere nel 2015, svelandoci i segreti più nascosti di questi piccoli mondi. La fascia principale degli asteroidi potrebbe non essere una caratteristica del nostro Sistema Solare, e anzi, gli astronomi pensano che molti altri sistemi possano ospitarla. Chissà, forse un giorno saremo in grado di osservarla.