I recenti dissesti del sottosuolo avvenuti recentemente a Napoli evidenziano che il risparmio nelle indagini geologiche del sottosuolo serve solo ad aumentare i costi delle opere pubbliche ed il rischio per i cittadini.
L’evento della Riviera di Chiaia del 4 marzo 2013 mette in luce il disordine pericoloso esistente nel sottosuolo e l’assenza di un “governo attento ed efficace” che regolamenti gli interventi in una zona caratterizzata da sedimenti “insidiosi” che non consentono quasi mai di individuare, prima dei crolli, la formazione di cavità che spesso sono causate dalla fuoriuscita di fluidi in pressione da condotte idriche e fognarie.
Per fare riferimento solo agli eventi idrogeologici recenti si ricorda che il 2 dicembre 2012 poco dopo le 23 improvvisamente si è aperta una voragine nel centro storico di Miano, quartiere di Napoli nord. Un’auto è stata inghiottita; i tre passeggeri feriti sono in osservazione in ospedale. La mattina dopo proprio dalla piazzetta sprofondata doveva iniziare una maratona con la partecipazione di decine di cittadini che possiamo definire “graziati”. Il 9 novembre 2012 è avvenuto un altro sprofondamento improvviso della superficie del suolo nei pressi dell’aeroporto di Napoli in seguito all’azione erosiva esercitata da acqua fuoriuscita da una conduttura dell’acquedotto.
Il crollo parziale dell’edificio della Riviera di Chiaia richiama quello tragico che avvenne al Quadrivio di Secondigliano. Fortunatamente in quest’ultimo incidente non ci sono state vittime.
Le caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del sottosuolo urbano sono ben note e ben note sono le problematiche derivanti dagli interventi umani al di sotto della superficie del suolo. Ciò nonostante gli “incidenti” continuano ad avvenire ed avverranno ancora per problemi connessi alla non adeguata conoscenza preventiva delle caratteristiche geologico-tecniche tridimensionali del sottosuolo e per carenze di progettazione ed esecuzione degli interventi.
I responsabili della sicurezza dei manufatti e della salute dei cittadini non si possono “smarcare” dalle loro responsabilità e se non sono adeguate le norme e le strutture di controllo attuali si devono fare carico di migliorarle immediatamente.
Nelle due immagini si propone una ricostruzione dell’evento in base ai dati attualmente disponibili. La corretta ricostruzione sarebbe agevole e rapida avendo la possibilità di accedere ai luoghi e agli atti progettuali ed amministrativi. Cosa non semplice viste le responsabilità in ballo!
La sicurezza dell’area circostante impone immediate verifiche e soluzioni considerando che la stagione piovosa è ancora in atto.
Vista la diffusa problematica connessa ai lavori nel sottosuolo ancora in corso nell’area urbana, non sarebbe male se si destasse una attenzione istituzionale più vigile e trasparente tesa a prevenire altri problemi e a rassicurare i cittadini.
Nella immagine a corredo dell’articolo è rappresentata l’area interessata dal crollo: nel sottosuolo della Riviera di Chiaia è in corso di esecuzione la galleria profonda della linea 6 della metropolitana mentre lungo Arco Mirelli si trova una fognatura che scorre a pochi metri dalla superficie del suolo.
I sedimenti che costituiscono il sottosuolo sono rappresentati da sabbie e pozzolane rimaneggiate poggianti sulle piroclastiti sciolte che costituiscono la copertura del Tufo Giallo Napoletano. La falda si trova poco al di sotto della superficie del suolo e subisce delle oscillazioni verticali in relazione all’andamento delle precipitazioni piovose. Secondo il collega Caniparoli si sarebbe registrata una variazione della falda con sollevamento causata dagli interventi nel sottosuolo.
L’immagine inferiore ricostruisce schematicamente l’assetto del sottosuolo e il probabile fenomeno che ha causato il crollo parziale. Secondo quanto diffuso dai mass media si sarebbe creato un “vuoto” al di sotto del muro portante parallelo alla Riviera di Chiaia che ha ceduto causando il crollo dei piani sovrastanti.
Quale può essere la causa del vuoto? Evidentemente i sedimenti saturi d’acqua sono rifluiti o lateralmente o verticalmente o in entrambi i modi. Perché? Prima di tutto va accertato se la fognatura sotto Arco Mirelli sia ancora integra. Va pure accertato se tubazioni dell’acquedotto e fognature pubbliche e private non siano danneggiate e se non abbano causato dispersioni idriche ed erosione de sedimenti.
E’ importante, naturalmente, accertare lo stato della galleria profonda verificando, se è vero quanto diffuso, che al suo interno sono rifluiti acqua e sedimenti provenienti dall’alto.
Rapidi rilievi ed ispezioni multidisciplinari consentono di acquisire tutte le conoscenze indispensabili a ricostruire correttamente quanto accaduto e ad elaborare pronte soluzioni tese a garantire la sicurezza degli interventi e dei manufatti preesistenti in superficie.
Inutile dire che lo scrivente è a disposizione istituzionale per collaborare all’accertamento di quanto avvenuto nel mero interesse della sicurezza globale urbana!