Il simplocarpo è una pianta straordinaria, l’esempio perfetto di come la selezione naturale produca effetti straordinari. Ma andiamo con ordine. Sappiamo che le piante attirano insetti in primavera e estate con i profumi dei loro fiori, ed i colori stessi. Questo serve agli insetti per nutrirsi e portarsi dietro il polline che attraverso di loro feconderà altre piante. La strategia delle piante è quella di non fiorire tutte nello stesso momento per non giocarsi delle possibilità di riproduzione. Ma c’è una pianta che ha inventato, per così dire, un metodo ancora più straordinario per non avere concorrenti. Non attira le api, bensì le mosche. Non le attira in estate, ma in inverno e, ovviamente, non lo fa con un profumo, ma con l’odore dal quale sono attratte…insomma, un odore schifoso (per noi), di carne in putrefazione, per non dire forse peggio.
E’ una pianta che cresce bene in aree umide, paludose, ma si trova a proprio agio anche in momenti che per altre specie sono off limits, cioé quando fa freddo, e la temperatura scende sotto lo zero. Ma ecco un’altra strategia: il metabolismo della pianta trasforma lo zucchero in calore, tanto calore che l’interno della sua pigna arriva a 22°C, sciogliendo abbondantemente la neve intorno. Anche questo attira le mosche, che di più non potrebbero chiedere, in un momento in cui calore e decomposizione organica sono davvero scarse.
La vita, comunque sia nata, esplode e prospera nelle forme più impensabili, e possiamo scommettere che sopravviverebbe fino oltre ai limiti che consideriamo possibili. Il simplocarpo, pianta delle mosche e dell’inverno, auto-riscaldata e puzzolente, ne è uno straordinario esempio!