Il termine depressione stagionale ha come acronimo S.A.D., ed è curioso che in inglese sad significhi triste. Proprio questo è il sentimento che accompagna molte persone nei periodi invernali, quando la luce del giorno è poca e di breve durata. Non stiamo parlando della depressione maggiore quindi, c’è una bella differenza e questa va curata e diagnosticata da medici. Però alcuni sintomi possono essere acuiti dalla scarsità di luce.
Alla base di tutto c’è, al di là dell’aspettop puramente psicologico, la relazione fra produzione di ormoni e luce. I sintomi sono: mancanza di energia, affaticabilità, calo della libido, difficoltò ad alzarsi la mattina, aumento di assunzione di cibi dolci o ricchi di carboidrati.
Le molecole implicate maggiormente sono la serotonina e la noradrenalina.
La serotonina è centrale nel meccanismo dell’umore, ma regola anche temperatura, sessualità, appetito.
La noradrenalina regola, nel cervello, attenzione e reattività. Viene rilasciata dall’area cerebrale del locus ceruleus, che è deputata alla risposta allo stress, compresa l’insorgenza di attacchi di panico nel caso in cui gli stimoli dall’amigdala non siano correttamente filtrati a causa, ancora, della serotonina (i disturbi da attacchi di panico, ansia, ossessivo-compulsivi, depressione, vengono tutti curati da farmaci che aiutano il recupero, o ricaptazione, della serotonina nel corpo).
L’umore sembra peggiorare dall’equatore verso i Poli. Inoltre la luce artificale non basta, poiché non è una luce che ha le stesse caratteristiche di quella solare, né in frequenza, né in intensità. Per questo motivo una della terapie dolci che sono state pensate è detta appunto light therapy, e si basa sull’esposizione a una luce simile a quella solare, dove questa manchi. L’effetto sembrerebbe dovuto all’aumento di serotonina e alla diminuzione di melatonina nel sangue