E’ stata una Pasqua molto piovosa e temporalesca in molte isole e atolli corallini dell’oceano Indiano meridionale. In questi giorni la graduale risalita, verso nord, del “fronte di convergenza intertropicale”, e gli spostamenti della “MJO”, hanno contribuito a rafforzare l’attività convettiva su buona parte dell’oceano Indiano centro-orientale. Da giorni nell’intero areale, compreso fra i 60° e i 100° Est, è un continuo formarsi di grandi “Cellule temporalesche” ed imponenti “Clusters” che raggiungono delle dimensioni spaziali veramente notevoli. Questi sistemi temporaleschi, alle volte molto complessi ed organizzati in più “Celle convettive”, riescono a dare la stura a precipitazioni torrenziali, caratterizzate da alti valori di rain/rate e attività elettrica a fondoscala, con frequenti fulminazioni. Le immagini satellitari delle ultime 24-48 ore del resto sono abbastanza chiare, e mostrano la presenza di una estesa fascia di convenzione organizzata che dalle Seychelles si protende oltre le Maldive, fino al tratto di oceano ad ovest dell’isola di Sumatra, con un continuo sviluppo di “Clusters temporaleschi” e sistemi a “Multicella” ben slanciati e alimentati da fortissimi “Updrafts” che danno origine agli imponenti cumulonembi, alti più di 14-16 km.
Finora gli arcipelaghi maggiormente penalizzati dalla presenza di questa lunga fascia convettiva sono stati gli atolli più meridionali delle Maldive e le splendide isola Chagos, dove da giorni si susseguono forti acquazzoni e temporali anche di forti intensità, accompagnati da colpi di vento, attività elettrica e veri e propri nubifragi con autentici muri di pioggia. Ma nella giornata di ieri un forte nubifragio temporalesco ha colpito, poco più ad est, persino Mauritius, dove si sono verificate delle inondazioni.Nell’isola di Mauritius, la capitale Port Louis si è completamente allagata, tanto che l‘acqua in vari punti ha persino superato il metro di altezza, allagando negozi ed abitazioni, con danni veramente ingentissimi. Purtroppo a seguito di queste inondazioni dieci persone sono state ritrovate morte affogate nel centro di Port Louis. Da decenni non si sperimentavano precipitazioni di tale portata. I corpi di sei vittime, come riferiscono le agenzie di stampa, sono stati ritrovati in un tunnel pedonale nel centro di Port Louis, un altro e’ stato rinvenuto in un giardino e altri due in un parcheggio sotterraneo. Infine, un’altra persona è deceduta per un attacco di cuore durante l’inondazione. Il diluvio temporalesco, iniziato nella giornata di ieri, è proseguito fino alla mattinata odierna, scaricando fino a più di 200 mm d’acqua in alcune aree dell’isola.
Ad esempio, nella stazione meteorologica di Vacoas, fino ad ora sono caduti ben 159 mm di pioggia che si sommano ai 68.5 mm caduti ieri, arrivando cosi ad un totale di ben 227 mm in poco più di 36 ore. Di questi solo 152 mm sarebbero caduti in un ora e mezza. A Plaisance, sempre a Mauritius, gli oltre 62 mm di pioggia caduti oggi si aggiungono ai 64 mm di ieri, per un totale complessivo di 126 mm. Si tratta di accumuli veramente ingenti per un’isola come Mauritius. In genere precipitazioni di questa consistenza possono essere apportate da tempeste tropicali o da cicloni tropicali che passano con le loro bande nuvolose spiraliformi a ridosso dell’isola, portando carichi precipitativi davvero ingenti. Da più di 10 anni l’isola di Mauritius non sperimentava delle precipitazioni di questa intensità in un lasso temporale cosi breve. Purtroppo le previsioni per i prossimi giorni non è che sono molto confortanti, anche se il grosso dell’attività convettiva rimarrà concentrato in pieno oceano, ad est delle Seychelles e di Mauritius, che dovrebbero essere solo sfiorate da qualche altro forte temporale. Sempre nei prossimi giorni, in conseguenza all’intensificazione dell’attività convettiva a ridosso dell’ITCZ, non si può escludere che qualche potente “Clusters temporalesco” vada alla deriva verso le latitudini tropicali, organizzandosi in una depressione tropicale o in una più intensa tropical storm (visto l’effetto “Coriolis” che diviene più forte man mano che ci allontaniamo dall’equatore).