“Dal 1998 la Terra non ha registrato nessun aumento di temperatura, in barba a tutti i modelli climatici che prevedevano un riscaldamento continuo causato dall’effetto serra“: si legge in un articolo di Repubblica pubblicato in prima pagina il 10 aprile, dal titolo “Il mistero della Terra che non si surriscalda più“. Pochi giorni fa, il 29 marzo, era stato l’Economist in Inghilterra a dare una notizia simile: “i cambiamenti climatici sono più lenti di quello che gli scienziati pensavano, negli ultimi dieci anni le temperature non sono aumentate” si può leggere nel noto settimanale inglese. Probabilmente sono le condizioni meteo europee di questi ultimi mesi e di questi ultimi anni a determinare nell’opinione pubblica e nella stampa questo tipo di considerazioni che di scientifico hanno molto poco, esattamente come molto poco di scienza avevano i tanti articoli catastrofisti sul global warming e sui cambiamenti climatici che abbiamo letto a centinaia, anzi a migliaia, negli ultimi anni.
Il freddo di questa primavera, le tante nevicate, i super-inverni da record nel Regno Unito con tanto gelo e neve ormai da tre anni consecutivi, e anche le grandi piogge delle ultime tre/quattro stagioni su scala continentale, evidentemente hanno ribaltato la situazione nell’immaginario comune rispetto alle calde estati di inizio millennio (2003 su tutti). Ma come sempre, il clima andrebbe studiato su larga scala e non in base a fenomeni locali dovuti ai micro-climi. Che il global warming non fosse una realtà così tanto catastrofica lo scriviamo da sempre, che la scienza è sempre stata divisa sull’analisi del fenomeno anche. E’ vero che negli ultimi 10-15 anni le temperature non stanno più aumentando come invece era accaduto in precedenza, e lo scriviamo da molto tempo: nonostante l’incremento dell’industrializzazione e delle attività umane, non stiamo vivendo quel boom termico dei decenni precedenti ed è quindi evidente come ogni tipo di oscillazione delle temperature sia legata a cause assolutamente naturali, ben più forti e importanti rispetto alle attività umane (il Sole su tutto, tanto che il global warming del secolo scorso s’è verificato anche negli altri pianeti del sistema solare dove non ci risulta esistano fabbriche e industrie).
Fa specie, però, leggere proprio su un giornale come “Repubblica” frasi del tipo “in barba a tutti i modelli climatici che prevedevano un riscaldamento continuo”, quando in realtà è stata proprio una parte della Stampa (con Repubblica capofila) insieme a una parte della Politica e della Società in genere, ad esaltare i catastrofismi climatici ogni oltre realtà. Già, perchè a fronte di alcuni modelli climatici evidentemente fasulli e allarmisti, ci sono sempre stati studiosi e scienziati che hanno smentito l’entità del global warming parlando di “bufala dei cambiamenti climatici“. Chi segue MeteoWeb da anni sicuramente ricorderà i tanti articoli, le interviste e le considerazioni che anche in tempi non sospetti abbiamo fatto sulla tematica. Oggi, però, siamo purtroppo convinti che basterà una normale ondata di calore tra qualche mese, nella prossima estate, per tornare a leggere sempre la solita solfa: moriremo di caldo, il pianeta è infuocato, la desertificazione avanza. E l’articolo del 10 aprile? Che importa, la gente ha la memoria corta…