Un territorio che però, come ci insegnano i disastri che regolarmente si susseguono nel nostro paese, appare estremamente vulnerabile e fragile. Il nostro patrimonio monumentale ed architettonico è vetusto, spesso trascurato e privo di manutenzione. Esistono in Italia milioni di edifici costruiti prima del 1984, anno in cui è entrata in vigore la prima classificazione sismica, peraltro carente dal punto di vista scientifico, dell’intero territorio nazionale. Altri milioni sono gli edifici costruiti con obiettivi di speculazione, situati in zone a rischio, anche idrogeologico, o addirittura abusivi. In questo contesto sconfortante la microzonazione rappresenta uno, ma non certo il solo, degli strumenti di difesa dai terremoti. Perché, per ogni area indagata, può fornire risposte chiare, univoche ed esaurienti sulle zone stabili, quelle suscettibili di amplificazione sismica locale e di instabilità.
La prima domanda al neo-ministro dell’Ambiente Andrea Orlando: come sviluppare la microzonazione sismica?
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