Uno studio condotto da 80 ricercatori delle maggiori università mondiali e pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, ha dimostrato che fino al XX secolo si è assistito da una progressiva diminuzione della temperatura del pianeta, tendenza che ha subito un’inversione da quella data in poi. Per arrivare a queste conclusioni la ricerca ha analizzato per la prima volta l’evoluzione a livello intercontinentale delle temperature negli ultimi dieci anni attraverso una notevole mole di dati, compresa l’attività solare e vulcanica e le evoluzioni orbitali del pianeta negli ultimi 2000 anni. Un periodo di tempo breve ma interessante proprio perchè facilmente relazionale alla storia meglio conosciuta e che quindi è stato indagato facendo anche ricorso alle cronache ‘meteorologiche’ rintracciate. Il programma rientra in una quadro generale di ricerca avviato e coordinato dal Past Global Changes (PAGES), un’organizzazione fondata nel 1991 proprio per facilitare la ricerca internazionale nella comprensione delle dinamiche climatiche ed ambientali. Quest’ultima ricerca ha avuto inizio nel 2006 ed ha coinvolto i ricercatori locali proprio per cercare di svolgere con la maggiore accuratezza possibile indagini storico-scientifiche basate sull’osservazione geolocalizzata sui 7 continenti. Tra le fonti indagate per arrivare a determinare i livelli di temperatura storici, gli scienziati hanno esaminano gli anelli di accrescimento degli alberi, polline e sementi, stalagmiti e carote di ghiaccio, coralli e sedimenti marini. Questi dati sono stati inseriti in modelli matematici che hanno quindi definito la curva termica complessiva, identificando nei secoli ben 511 picchi di temperature locali. Lo studio ha messo in luce che non ci sono stati sostanziali differenze tra gli andamenti climatici dei due emisferi. La progressiva diminuzione delle temperature, che ha interessato quindi praticamente tutte le regioni del globo, artico escluso, è stata causata da una diminuzione dell’attività solare coincidente con un’aumento della attività vulcanica che potrebbe aver causato, con la volatilizzazione delle ceneri, una minore efficacia dell’irradiazione solare. L’inversione di tendenza si è registrata invece dai primi anni del secolo scorso; in assoluto, dal 1970 al 2000, si è verificato il periodo di riscaldamento più intenso, probabilmente il più caldo rispetto a qualsiasi altro periodo di 30 anni negli ultimi 1400 anni. I periodi trentennali più freddi si sono invece registrati tra gli anni 830 e 1910. Il riscaldamento nel XX secolo è stato, in media, due volte più grande nei continenti settentrionali rispetto al sud del mondo. Nel corso degli ultimi 2000 anni, alcune regioni hanno sperimentato intervalli più caldi di 30 anni che nel corso del tardo XX secolo. Per esempio, in Europa, gli anni tra il 21 e l’80 d.C., erano forse più caldi rispetto al periodo 1971-2000.