Il 29 marzo sono stati misurati 176.000 chilometri quadrati di ghiacci nel mar Baltico: mai c’era stato così tanto ghiaccio a fine stagione da quando sono iniziate le misurazioni, e cioè negli anni ’70. Il marzo di freddo record in Europa ha colpito anche l’area Scandinava: il ghiaccio presente nella zona settentrionale del mar Baltico non solo è molto spesso e compatto, ma anche difficile da rompere e sfondare, come solitamente le navi addette a questo tipo di lavoro riescono a fare tra marzo e aprile.
E se pensiamo che nel 2008, il 25 marzo, l’estensione dei ghiacci baltici era di appena 49.000 chilometri quadrati (la più piccola dall’inizio delle misurazioni), oggi dopo 5 anni possiamo dire che non si tratta di andamenti climatici planetari dovuti al cambiamento del clima o al global warming, ma piuttosto di cicli microclimatici locali.
Alcuni membri dell’equipaggio delle navi rompi-ghiaccio impegnate nel Baltico in questi giorni si sono detti “increduli” di fronte alla vista dei vasti e spessi ghiacci che occupano il mare in questo periodo dell’anno tra Svezia e Finlandia. Un meteorologo dell’Istituto meteorologico svedese, Grafström Torbjörn, ha spiegato che “quest’anno il freddo è insolitamente ostinato, altrimenti tutto questo ghiaccio non ci sarebbe stato ad aprile inoltrato”.