SOLLEVAMENTO DEL SUOLO – Come già evidenziato nelle precedenti settimane, l’area flegrea è interessata da un lieve sollevamento del suolo, con velocità massima di circa 0.5 cm/mese alla stazione GPS di Rione Terra. In figura 2.1 viene riportata la serie temporale delle variazioni in quota della stazione GPS di RITE, dove i punti in nero rappresentano le variazioni settimanali calcolate con i prodotti finali IGS (effemeridi precise e parametri della rotazione terrestre) i quali vengono rilasciati con un ritardo di 12 – 18 giorni. I punti in blu rappresentano le variazioni giornaliere calcolate con prodotti rapidi IGS in attesa del riprocessamento con i prodotti finali IGS appena disponibili.
GEOCHIMICA – Nel periodo di aprile è stato effettuato il campionamento delle fumarole della Solfatara (BG e BN) e di Pisciarelli. Le analisi chimico – isotopiche dei campioni prelevati sono ancora in corso,per i parametri non ancora analizzati nel seguente rapporto si farà riferimento a dati prodotti fino al mese di marzo. L’analisi di geoindicatori di Temperatura e Pressione, basati sulle composizioni delle fumarole BG e BN, indicano la pressurizzazione delle parti più superficiali del sistema idrotermale della Solfatara (Fig.3.1). Il cronogramma mostra come la PCO2 sta aumentando dal 2007 insieme all’aumento della frazione di fluidi profondi (magmatici) emessi dalle fumarole, come suggerito dall’aumento del rapporto CO2/H2O mostrato in Fig.3.2. Tali variazioni suggeriscono un aumento generalizzato nei flussi della componente profonda di derivazione magmatica. Simili conclusioni sono state suggerite anche da nuove simulazioni numeriche degli eventi d’immissione di fluidi magmatici nel sistema idrotermale che alimenta le fumarole della Solfatara, che sono state oggetto di un approfondito lavoro scientifico (Chiodini G., Caliro S., De Martino P., Avino R. and Gherardi F.2012.Early signals of new volcanic unrest at Campi Flegrei caldera? Insights from geochemical data and physical simulations. Gelogy, doi:10.1130/G33251.1).
Tali iniezioni di fluidi magmatici, la cui entità è stata stimata paragonabile alle quantità di fluidi emessi durante eruzioni di piccola – media taglia, sono evidenziate da brus che variazioni sia nel rapporto CO2/CH4, un buon indicatore dell’arrivo di fluidi magmatici nel sistema idrotermale (Chiodini, G.2009 – CO2/CH4 ratio in fumaroles a powerful tool to detect magma degassing episodes at quiescent volcanoes., Geophys. Res. Lett., doi: 10.1029/2008GL036347) che nel rapporto He/CH4 (Fig.3.3), essendo l’He come il CO2 di origine magmatica. Tali processi mostrano una intensificazione nel tempo, con un conseguente aumento nelle quantità totali di fluidi magmatici che entrano nel sistema idrotermale (Chiodini et al., 2012). Il processo di pressurizzazione della parte più superficiale del sistema idrotermale, iniziato a partire dal 2006 e tuttora in corso, sarebbe all’origine, secondo le analisi effettuale, della variazione macroscopica dell’area di emissione che da qualche anno interessa l’area di Pisciarelli e che ha riguardato: l’apertura di vent fumarolici e di polle bollenti, l’emissione di fango, attività sismica localizzata, l’aumento della temperatura delle fumarole, l’aumento dei flussi misurati in continuo dalla stazione FLXOV3 (Fig3.5).
La temperatura della fumarola, monitorata in continuo, dopo un primo periodo di aumento ha mostrato un lieve trend decrescente durante il periodo invernale e primaverile del 2012. Una nuova emissione di fanghi dai vent fumarolici di Pisciarelli è avvenuta a Luglio 2012 e ha portato ad un repentino abbassamento della temperatura della fumarola fino alla temperatura di ebollizione, seguito nei giorni successivi da un graduale incremento fino ai valori precedenti l’emissione anomala. Successivi abbassamenti della temperatura sono imputabili ad eventi piovosi. In seguito la temperatura si è riportata al valore d’ebollizione. A partire dal mese di gennaio 2013, in seguito allo spostamento del vent di emissione la misura della temperatura in continuo non è più attendibile. Attualmente, l’emissione sempre molto sostenuta è composta di gas e non più acqua ma fango ad una temperatura di circa 95°C e avviene a circa 2 m di profondità nell’area collassata, rendendo impossibile, al momento,il riposizionamento del sensore di temperatura all’interno del vent.