Citta’ sempre piu’ calde, con un aumento delle temperature medie che si e’ verificato negli ultimi 30 anni e in particolare nell’ultimo decennio. La temperatura rilevata nei centri urbani e’ sempre piu’ elevata di quella rilevata in aree meno urbanizzate (gli aeroporti cittadini nello specifico) con differenze fino a 3 gradi dovuti all’effetto ‘isola di calore’, ossia all’aumento della temperatura dovuto all’asfalto e al cemento che catturano le radiazioni solari, oltre che dal calore prodotto da impianti energetici e scarichi dei veicoli. E’ quanto emerge dalla prima conferenza internazionale sul tema dell’adattamento climatico in ambito urbano promossa da Legambiente e Universita’ Iuav di Venezia durante la quale sono state illustrate ricerche e studi che da New York a Stoccarda hanno mostrato i problemi degli impatti dei cambiamenti climatici e le strategie per farne fronte, e studi per comprendere cosa potrebbe succedere nel centro di Roma piuttosto che di Napoli o Milano se, come previsto dall’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, ovvero il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), la temperatura media continuera’ a salire nei prossimi anni con conseguente aumento degli effetti climatici estremi Le temperature estive nel corso dello scorso anno in nove citta’ italiane, sono risultate sempre superiori ai valori medi trentennali fino al 1961 confermando l’aumento delle anomalie nelle temperature come gia’ avvenuto nel 2003 e nel 2007. Le precipitazioni piovose risultano maggiormente concentrate e intense del passato con periodi siccitosi di maggiore durata. In Italia aumenta la frequenza di fenomeni estremi violenti come trombe d’aria e alluvioni che causano danni e vittime e sono acuiti dalla trasformazione del territorio e degli ecosistemi, tra fiumi intubati, aree urbane impermeabilizzate, edifici realizzati in aree a rischio idrogeologico, inadeguatezza della rete di convogliamento delle acque piovane. Tra gli studi presentati, quello realizzato in collaborazione con Legambiente dall’Osservatorio meteorologico di Milano Duomo, ha analizzato i cambiamenti e i relativi aumenti delle temperature in nove citta’ italiane (Torino, Milano, Trieste, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo) dal 1961 ad oggi valutandone anche gli effetti critici da un punto di vista energetico (con maggiori consumi per la climatizzazione) e dal punto di vista della salute, per la maggiore frequenza di picchi di calore nelle ore diurne, temperature calde anche nelle ore serali e disagio termico per l’afa e l’umidita’.
Un esempio e’ l’aumento della mortalita’ avvenuta nella caldissima estate del 2003 (secondo il Ministero della Salute superiore al 50% rispetto ai dati medi in alcune citta’ italiane). L’aumento della frequenza dei picchi di calore sta determinando in intere zone urbane in Italia condizioni di vita sempre piu’ difficili, in particolare per le persone in eta’ avanzata e per chi soffre di malattie croniche. Uno studio specifico su Milano ha evidenziato che dal 1961 ad oggi il numero di giorni con temperature massime diurne superiori ai 35 gradi e minime notturne superiori ai 25 gradi si sono concentrati per oltre l’85% tra il 2001 e il 2012. La seconda indagine, elaborata da Legambiente, ha evidenziato la vulnerabilita’ delle citta’ italiane rispetto agli eventi estremi di pioggia degli ultimi anni, analizzando nello specifico l’alluvione e le esondazioni di Genova (4 novembre 2011), il nubifragio di Roma (20 ottobre 2011), l’esondazione del Seveso a Milano (18 settembre 2010), la straripamento dei fiumi e le frane a Messina (1 ottobre 2009), tutti accomunati dalla caduta di enormi quantita’ di acqua in poche ore (a Messina la meta’ dell’acqua che cade nell’arco di un anno, a Genova 1/3) con danni in termini di vite umane e economici rilevantissimi. L’Unione Europea ha definito una strategia per l’adattamento ai cambiamenti climatici che tutti i Paesi sono chiamati a seguire e in molte citta’ europee e degli Stati Uniti sono stati definiti nuovi strumenti di pianificazione e intervento che hanno al centro il tema del l’adattamento ai cambiamenti climatici. Capire i rischi e gli impatti legati ai cambiamenti climatici nel territorio, con specifica attenzione alle urbane, e’ dunque oggi una priorita’. “Il tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici deve entrare urgentemente nell’agenda politica nazionale e del governo delle citta’ – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – L’impatto devastante di piogge intense, alluvioni, esondazioni ci ricorda la fragilita’ del nostro Paese e l’impellenza di far diventare la sicurezza e la manutenzione del territorio una priorita’ di azione del nuovo Governo” L’auspicio e’ che si arrivi presto alla definizione e approvazione di un Piano nazionale di adattamento al clima, come previsto dall’Unione Europea, con una specifica attenzione alle questioni urbane e individuare obiettivi, progetti e risorse per intervenire nelle aree piu’ a rischio e riqualificare i quartieri dove il pericolo viene dall’effetto ”isola di calore”, ossia dall’innalzamento delle temperature legato all’asfalto e al cemento che puo’ avere effetti drammatici su alcune fasce della popolazione durante i picchi di calore.