Le stelle con un alto contenuto di sodio muoiono prima di raggiungere le spettacolari e conclusive fasi della propria esistenza. La scoperta, che contrasta con quanto teorizzato da decenni di ortodossia, è di un team di astrofisici guidati da Simon Campbell del Monash Centre for Astrophysics (MoCA) che ha utilizzato il Very Large Telescope (VLT) per osservare NGC 6752, un ammasso globulare di stelle nella nostra galassia a tredicimila anni luce dalla Terra. Dalle osservazioni e’ emerso che il 70 per cento delle stelle del gruppo non riesce a raggiungere la fase di gigante rossa. Questa fase costituisce l’ultimo passaggio della combustione nucleare prima che le stelle formino una nebulosa planetaria, dove il gas e la polvere emessi attraverso abbondanti venti stellari appaiono illuminati e variopinti dalle radiazioni del nucleo nudo della stella. “Parliamo di un risultato straordinario dato che fino a ora abbiamo sempre ipotizzato che tutte le stelle di piccola massa, incluso il nostro Sole, sarebbero progredite verso questa ultima fase“, ha spiegato Campbell. Una fase che, stando ai risultati, non riguarda le stelle con alto contenuto di sodio. Il co-autore dello studio e direttore del MoCa John Lattanzio ha aggiunto che “questo risultato avra’ un forte impatto sulla conoscenza scientifica di alcune delle piu’ antiche stelle dell’Universo“.