Lo sciame annuale delle meteore Eta Acquaridi, avanzi polverosi della nota cometa di Halley, raggiungerà il picco massimo di visibilità la prossima notte. Sarà l’occasione per osservare qualche “stella cadente” in più rispetto ad una serata qualsiasi, con probabilità più elevate di osservarne anche qualcuna particolarmente brillante. L’emisfero boreale sarà meno avvantaggiato rispetto alle latitudini australi, dove il radiante giunge quasi allo zenit, con tassi orari simili a quelli delle Perseidi. Alle nostre latitudini la loro osservabilità è sempre stata alquanto difficoltosa e deludente, poiché il radiante permane per pochissimo tempo sopra l’orizzonte e soprattutto a basse altezze, così che la frequenza delle meteore si rivela molto contenuta. Ciò nonostante, anche i nostri cieli, tempo permettendo, vedranno 20-30 meteore per ora. Secondo gli analisti di Meteoroid Environment Office della NASA, questi granelli particolari di polvere cometaria colpiscono l’atmosfera viaggiando alla velocità di 62 km/s (223.200 Km/h) e si disintegrano a circa 84 km sopra la superficie terrestre.
Per cercare di individuare il maggior numero possibile di meteore è necessario spostarsi verso luoghi bui, non interessati dal forte inquinamento luminoso. Ideale un cielo di collina o di montagna, dove l’atmosfera più rarefatta consente una visione più tersa del firmamento. Il miglior strumento di osservazione è il nostro occhio umano, dotato di un ampio campo visivo, che consente una visione totale del cielo; un binocolo o un piccolo telescopio, infatti, consentono di osservare il cielo con un dettaglio maggiore, ma a scapito del campo visivo, e poiché questi oggetti appaiono in ogni parte di cielo in maniera improvvisa, la probabilità di inquadrarne uno nell’oculare dello strumento diviene bassissima. Utilizzare, infine, luci schermate di rosso e attendere 20-30 minuti affinchè l’occhio si adatti all’oscurità. Lo sciame delle Eta Acquaridi non è l’unico prodotto dalla nota cometa di Halley. L’astro chiomato ha lasciato nei suoi passaggi tracce di polvere cosmica nel sistema solare, i quali periodicamente intersecano l’orbita terrestre. L’altro incontro tra la Terra e la nube di detriti della cometa si verifica nel mese di Ottobre, fonte annuale delle meteore Orionidi. Per osservare la responsabile di questi eventi, tuttavia, bisognerà attendere il 2061, quando la cometa, dopo la sua rivoluzione di 76 anni, transiterà nuovamente nei pressi della Terra.