Negli ultimi giorni il vulcano giapponese Sakurajima è rimasto relativamente calmo e inattivo. Tale periodo è terminato improvvisamente nella giornata di ieri, quando sono state registrate ben 3 eruzioni consecutive. Sembra così essere iniziato un nuovo ciclo della frequenza esplosiva, che solitamente dura pochi giorni. Il vulcano, che nella sua parte sommitale misura 1117 metri, è ben noto per le sue violente esplosioni, per cui è necessario monitorare costantemente questo gigante di fuoco. La settimana scorsa si erano già verificati pennacchi di fumo a bassa quota e qualche esplosione, le cui nubi di cenere sono state espulse a 3,0 km dal cratere principale. Il Sakurajima è uno dei vulcani più attivi del Giappone, posto nella prefettura di Kagoshima, nel Giappone sud-occidentale. La sua formazione risale a circa 22.000 anni fa, quando venne costruita l’isola che nel 1914, in seguito ad un’eruzione esplosiva, si è unita alla penisola di Osumi.
L’ERUZIONE DEL 1914 – Allarmata dai frequenti terremoti che da qualche tempo si avvertivano in maniera sempre più crescente, la popolazione s’era già messa al sicuro. Il vulcano dapprima manifestò una serie di forti esplosioni che crearono un’altissima nube eruttiva, poi generò imponenti colate laviche che si riunirono ben presto in un unico fiume di fuoco liquido. Il 13 gennaio, un violentissimo terremoto uccise 35 persone. Durante la fase finale dell’eruzione, la Caldera di Aira fu sommersa per 60 cm, a causa della subsidenza del suolo dovuta allo svuotamento della camera magmatica. L’attività presso il cono sommitale è terminata circa 4850 anni fa, dopo numerose e violente eruzioni storiche. Tra quelle registrate ricordiamo quelle avvenute nel corso dell’ottavo secolo, quando le località limitrofe vennero coperte da un intenso strato di cenere. La più grande eruzione storica risale al 1471-1476. L’isola che lo ospita è dotata di un osservatorio vulcanologico e nelle aree che lo circondano vivono poco meno di 700.000 persone. La sua incantevole posizione e la sua mole ricordano il Vesuvio, per cui la città, chiamata ‘la Napoli del Giappone’, è gemellata alla città italiana dal 1960.