Tripla congiunzione tra Giove, Venere e Mercurio al via da questa sera, subito dopo il tramonto

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Luna-Venere-GioveA partire da questa sera, Giove, Venere e Mercurio cominceranno quella che in astronomia viene definita una “grande congiunzione”. Una sorta di sfilata nel firmamento che culminerà nella giornata di domani, quando i tre pianeti si stringeranno a formare un triangolo di soli 2,5-3 gradi (per confronto, un pugno chiuso rivolto verso il cielo occupa una porzione di circa 10 gradi). La visione, tempo permettendo, sarà caratterizzata dal luminoso pianeta Venere, immerso nella sua perenne coltre di nubi e per questo di magnitudine molto bassa, da Giove, il gigante del sistema solare, che brilla con la sua luce bianco-avorio, ed infine Mercurio, sempre molto difficile da individuare a causa della sua elongazione ridotta dalla nostra stella, ma che in questo caso completerà lo spettacolo trovandosi in alto. Tutto questo nei cieli occidentali, ad una declinazione molto bassa (quindi nei pressi dell’orizzonte). Tutti i pianeti saranno visibili ad occhio nudo dopo circa 30-40 minuti dal tramonto del Sole, ma l’ausilio di un binocolo non guasterebbe l’osservazione. Questa sera la prima congiunzione tra Mercurio e Venere, poi sarà la volta di Mercurio e Giove (27 Maggio) e infine i due pianeti più brillanti, Giove e Venere (28 Maggio). A partire dai giorni seguenti i tre pianeti si separeranno, seguendo la propria orbita, distribuendosi uniformemente lungo una linea di 8 gradi. Andiamo a conoscere le caratteristiche di ognuno di questi mondi, così distanti, eppure così vicini alla nostra vista.

Credit: NASA/GSFC

VENERE – Un tempo chiamata Espero, come stella del mattino, e Fosforus, come stella della sera, oggi Venere porta il nome dell’antica dea romana della bellezza e dell’amore. Un nome non esattamente appropriato quello del pianeta, dal momento che le condizioni sono davvero simili a quello che noi immaginiamo come l’inferno. Venere, il secondo oggetto del Sistema Solare in ordine di distanza dal Sole (0,72 UA), è il pianeta che più si avvicina alle dimensioni della Terra, differendo di soli 500 Km circa. La sua rotazione è retrograda, ossia il pianeta gira su se stesso in senso opposto a quello terrestre; considerando il periodo di rotazione estremamente lento, stimabile in 243 giorni terrestri, notiamo come il giorno duri più dell’anno venusiano (225 giorni). Il pianeta è perennemente avvolto da una fitta coltre di nubi che impedisce qualsiasi osservazione della sua superficie. La densa atmosfera di questo mondo ostile è composta per il 96% da anidride carbonica, ed esercita una tremenda pressione di 90 atmosfere. Lo strato principale di nubi, costituite principalmente da goccioline di acido solforico, copre le quote comprese tra i 45 e i 60 Km. Un determinato spessore di nubi venusiane assorbe meno luce dello stesso spessore di nubi terrestri, ma lo strato di nuvole sul pianeta è così denso che solo un 2% della luce solare raggiunge la superficie del pianeta. Su Venere l’effetto serra è tale che sulla superficie e nei livelli inferiori dell’atmosfera non si riscontrano differenze significative di temperatura tra l’equatore ed i poli e tra il giorno e la notte. La temperatura superficiale si aggira intorno ai 480°C, la visibilità di circa 3 Km e l’illuminazione dell’ambiente è all’incirca quella che c’è sulla Terra in una giornata di cielo coperto. Continui rombi di tuono con fulminazioni sono presenti sul pianeta, mentre i venti sono deboli solo al suolo, ma nella cappa di nubi accelerano bruscamente fino a 400 Km/h. Le nubi più alte fanno il giro del pianeta in circa 4 giorni (60 volte più veloce della stessa rotazione), combinata con il flusso di aria d’alta quota dall’equatore verso i poli, produce delle caratteristiche formazioni di nubi a forma di Y e C, e “collari” polari.

Il Pianeta Mercurio

MERCURIO – Nonostante sia il pianeta più vicino al Sole (0,39 Unità Astronomiche), la temperatura sulla sua superficie non irradiata dalla luce solare crolla paurosamente a circa -170°C, rendendo la sua notte una tra le più gelide del Sistema Solare! Vediamo in dettaglio il più piccolo (massa pari a 0,055 masse terrestri con un diametro di soli 5000 Km) pianeta tra quelli ‘terrestri’. Mercurio è un pianeta molto difficile da individuare per un dilettante, in quanto non si discosta mai oltre i 28° dalla soverchiante luce solare. La sua magnitudine apparente varia tra –1,5 e 2,5. Nemmeno un potente telescopio riuscirebbe a captare dettagli della sua superficie anche per via della sua dimensione apparente mai superiore ai 13 secondi d’arco. Per questo motivo il pianeta è rimasto praticamente sconosciuto per tantissimi anni e anche astronomi di un certo livello del passato, hanno dichiarato di non averlo mai osservato. Le maggiori informazioni ci sono arrivate dalla sonda interplanetaria Mariner 10, che nel lontano 1974-75, ha sorvolato il pianeta in tre riprese svelando i tanti dubbi che da Terra non potevano essere sciolti. La sua superficie è molto simile a quella lunare, butterata da molti crateri da impatto, tuttavia non c’è nulla di equivalente agli scuri ‘mari’ lunari, i quali presentano differenze di albedo molto pronunciate. I crateri altro non sono che i vistosi segni del pesante bombardamento di detriti cosmici e delle inondazioni di lava subìte durante la più antica storia del Sistema Solare. Sul pianeta non esistono segni di tettonica a zolle; è probabile che le linee di colline e scarpate siano state originate dal raffreddamento del pianeta, con raggrinzimento del suolo. Molto importante è il suo più grande bacino ad anelli concentrici denominato ‘il Mare Caloris’, di circa 1400 Km di diametro. Il materiale espulso dall’impatto ha formato un terreno di crateri più antico a circa 1000 Km di distanza dalla parete montuosa circostante. Le onde sismiche provocarono delle fortissime scosse telluriche. Esistono due regioni del pianeta poste sulla faccia sempre illuminata dal Sole al perielio, che vengono illuminate in modo più intenso: si tratta del meridiano zero (o d’origine), e il 180° sui quali sono localizzati i cosiddetti ‘poli caldi’. Mercurio compie una rivoluzione intorno al Sole in 88 giorni terrestri, mentre la sua rotazione è pari a 58,6 giorni. Da questi dati si evince come il giorno del pianeta sia pari a due terzi della lunghezza del suo anno, per cui da determinati punti della sua superficie si potrebbe vedere il Sole zigzagare su una traiettoria celeste molto strana, rimanendo costantemente al di sopra dell’orizzonte per 90 giorni. La mancanza di atmosfera permette escursioni termiche incredibilmente accentuate, nell’ordine dei 600°C, che fanno di Mercurio il pianeta con le più forti escursioni termiche giornaliere dell’intero Sistema Solare. Durante il giorno infatti, la media della sua temperatura superficiale si attesta a circa 167°C, con picchi di 427°C. Fluttuazioni così marcate sono accentuate dalla forte eccentricità della sua orbita. Le osservazioni devono essere svolte al crepuscolo o all’alba.

Credit: NASA

GIOVE – Il gigante del sistema solare possiede una massa pari a due volte e mezza quella di tutti gli altri pianeti del sistema solare messi insieme. E’ il quinto pianeta in ordine di distanza dal Sole, ed escludendo il nucleo, composto di ferro, roccia e ghiaccio, immerso in un fluido di idrogeno ed elio, è un pianeta completamente gassoso. Compie una rotazione completa sul proprio asse in poco meno di 10 ore, ma impiega quasi 12 anni per descrivere la sua orbita attorno al Sole. Se Giove, alla nascita del sistema solare, fosse riuscito a catturare una quantità di matera maggiore rispetto a quella che lo costituisce, con tutta probabilità sarebbe riuscito a raggiungere una massa sufficiente per innescare al suo interno le reazioni termonucleari che l’avrebbero reso una vera e propria stella, come il Sole. La sua atmosfera, composta da metano, ammoniaca, vapore acqueo e tracce di altri composti chimici, è la parte che conosciamo meglio. Osservando Giove con un piccolo telescopio è possibile osservare i 4 satelliti galileiani che gli ruotano attorno. Sono i famosi satelliti scoperti da Galileo Galilei con il suo cannocchiale, che rendono la visione davvero suggestiva. Una rapida scansione di Giove rivelerà le bande equatoriali del pianeta e la sua celeberrima Grande Macchia Rossa, una tempesta anticiclonica grande due volte la Terra che prosegue da oltre 300 anni. A nord e a sud dell’equatore si notano pennacchi di nubi distribuite attorno a tutto il pianeta e sospinte da venti velocissimi, che arrivano a toccare i 150 Km/s. La sua magnitudine apparente varia, a seconda della posizione durante il suo moto di rivoluzione, da ?1,6 a ?2,8, mentre il suo diametro apparente varia da 29,8 a 50,1 secondi d’arco. Per questo pianeta un intero libro non basterebbe a descriverne tutti i dettagli sino ad ora osservati; punti caldi, tempeste, sottili anelli, bande equatoriali, onde di Rossby, impatti cometari e tanto altro, per non parlare degli interessantissimi satelliti individuati in questi secoli, uno dei quali un mondo ricco di vulcani attivi (Io).

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