Vulcano Marsili, parla l’esperto INGV: “eruzione improbabile, ma bisognerebbe monitorarlo e invece…”

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Abbiamo parlato molto nei giorni scorsi del vulcano Marsili, che sorge negli abissi del basso Tirreno: un gigante sommerso da anni al centro dell’attenzione più che altro per il diffondersi di clamorose bufale riguardanti una sua eruzione imminente in circolazione da mesi sui social network. Ma gli esperti dell’Ingv chiariscono subito che un’eruzione è altamente improbabile e che non c’è alcun allarme scientificamente supportato: l’ha spiegato Giuseppe D’Anna, vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, all’agenzia Dire.

Un’eruzione è improbabile“, e “tutto quello che sta girando in rete non ha alcun supporto scientifico“, ha detto l’esperto. Certo, spiega D’Anna, “non sappiamo cosa sta facendo” il vulcano, perché “il Marsili non è l’Etna“: essendo sommerso tutte le operazioni si complicano e diventano molto costose. “E’ da anni che spingiamo affinchè venga monitorato, ma nessuno si è mai curato di questo – spiega il vulcanologo – noi abbiamo fatto solo due campagne e non abbiamo strumenti sul vulcano“. Infatti, per il monitoraggio di un vulcano sottomarino, “ci vogliono 10 volte gli investimenti rispetto a uno a terra” e questo vulcano “è più esteso dell’Etna, su ben 70 km di lunghezza – precisa D’Annae non è un punto fisico“.

Ma quali conseguenze avrebbe una possibile eruzione del Marsili? “La possibilità di tsunami in corpi sottomarini c’è sempre, ma non perchè è un vulcano – spiega ancora D’Anna basti ricordare quello che è successo nel 2000 a Stromboli: si è staccato dal materiale dalla parte subaerea e un corpo di materiale franoso ha provocato l’onda anomala“. Quindi, “non è peregrina l’idea di uno tsunami, ma l’origine principale non può essere addebitata a un’eruzione, ma magari ad una frana. C’è molta instabilità lungo le coste italiane, non è solo un problema vulcanico”.

Ma non c’è solo da spaventarsi pensando al Marsili: il vulcano sottomarino sarebbe anche una possibile fonte geotermica. “c’è una società, la Eurobuilding che ha una concessione esplorativa in esclusiva per lo sfruttamento geotermico del vulcano– conclude D’Anna nell’intervista all’agenzia Dire- ma da qui a dire quanta energia sia possibile tirare fuori, come e quando farlo, ce ne passa: sono solo valutazioni solo teoriche“.

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