Parte dei fondi destinati alla ricostruzione dopo il sisma dell’11 marzo 2011 in Giappone sono stati utilizzati per un censimento delle tartarughe marine, ma anche per la promozione di vini e formaggio di regioni lontane centinaia di chilometri dalle zone devastate. Le rivelazioni della stampa hanno messo in grave imbarazzo le autorità nipponiche, che già erano state costrette ad ammettere di aver finanziato un controverso programma di caccia alle balene con i soldi per i terremotati. Il quotidiano “Asahi” ha condotto un’inchiesta presso le autorità locali per determinare cosa ne era stato di una somma complessiva di 200 miliardi di yen (1,5 miliardo di euro) previsti a bilancio 2011 per la creazione di posti di lavoro dopo il disastro. Secondo i risultati dell’inchiesta ben 108,5 miliardi di yen, circa 100 miliardi di euro, sarebbero stati spesi nelle zone risparmiate dal sisma e dallo tsunami che aveva devastato la costa nord-orienale dell’arcipelago e poi la catastrofe nucleare di Fukushima.