Incredibile ondata di calore sull’Artico norvegese; la +8°C a 850 hpa raggiunge le Svalbard, ma il vortice polare resiste

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Rhavn241L’eccezionale ondata di calore, proveniente dalle vaste pianure della Russia europea, che nei giorni scorsi ha determinato una brusca scaldata fra la Finlandia e Lapponia, facendo schizzare i termometri oltre il muro dei +29°C +30°C all’ombra a ridosso del Circolo polare artico (davvero sorprendenti i quasi +32°C di Kevo), ora si sta spingendo verso l’Artico norvegese, rischiando di originare un incredibile rialzo termico in prossimità del Polo Nord. La persistenza di questa intensa onda di calore ha favorito un notevole aumento del geopotenziale in quota associato al robusto promontorio anticiclonico di blocco che da più giorni insiste fra la penisola Scandinava, la Finlandia e la Russia europea. Anzi proprio nella giornata odierna il solido anticiclone di blocco scandinavo, caratterizzato da un massimo di geopotenziale in quota determinato dall’”avvezione di spessore” che nei giorni scorsi si è realizzata sul comparto orientale europeo, verrà raggiunto dagli elementi più settentrionali del promontorio anticiclonico atlantico, il quale mantenendo i propri massimi barici al suolo a ridosso delle Isole Britanniche tende a propagarsi verso nord-est. Questa distensione verso nord-est dell’anticiclone oceanico produrrà una temporanea fusione fra le due strutture anticicloniche, proprio a ridosso del mar di Norvegia, creando un robusto promontorio anticiclonico di blocco, con massimi di oltre 1030-1032 hpa, che protenderà il proprio asse principale in direzione del mare di Barents.

La lingua calda diretta verso le Svalbard
La lingua calda diretta verso le Svalbard

Le propaggini più orientali di questo intenso anticiclone di blocco, spingendosi verso nord-est, al di là del Circolo polare artico, arriveranno a lambire l’arcipelago russo della Novaja Zemlja, contribuendo a pilotare verso l’Artico norvegese masse d’aria molto miti, di lontane origini sub-tropicali marittime, fino al mare di Barents (completamente libero dai ghiacci) e alle isole Svalbard. Osservando le mappe delle isoterme alla quota di 850 hpa si nota l’afflusso di una lingua di aria molto più mite, nella libera atmosfera, che spingerà l’isoterma di +7°C +8°C fin sulle Svalbard, in piena regione artica, dove le temperature, sia in quota che nei bassi strati, subiranno un brusco aumento, portandosi su valori largamente positivi su quasi tutto l’Artico norvegese, con l’afflusso delle tiepide correnti da SO e S-SO. Vedere simili isoterme a 850 hpa nel cuore del mar Glaciale Artico è davvero molto raro, oltre che letale per i ghiacci del Polo Nord. Questa imponente avvezione di aria calda, che risalirà lungo il bordo occidentale del robusto blocco anticiclonico che stazionerà fra mar di Norvegia e Scandinavia, con moderate correnti da SO e S-SO che risaliranno dal tratto di oceano a sud dell’Islanda, persistendo per diversi giorni determinerà una forte anomalia termica positiva che si ripercuoterà fra l’alto mar di Norvegia ed il mare di Barents, con valori di oltre i +4°C +5°C superiori rispetto alle medie per il periodo. Tali anomalie si estenderanno fino alla Novaja Zemlja, che anche stavolta fungerà un po’ da spartiacque con il resto del mar Glaciale Artico, che essendo coperto dal ghiaccio subirà ancora gli effetti dell’”Albedo”.

cursnowwwLe temperature dell’aria positive faranno fondere gli ultimi mucchi di neve presenti sulle isole Svalbard, dove nei prossimi giorni potrà piovere con temperature sui +4°C +5°C a circa 78° – 79° di latitudine nord. L’aumento termico però rischia di accelerare ulteriormente la fusione del ghiaccio marino ancora presente sul settore settentrionale del mar di Kara e sulle isole dell’arcipelago russo della Terra di Francesco Giuseppe, dove inizieranno ad aprirsi aree di acque libere. Ma l’Artico, nelle prossime settimane, rischia di subire nuovi pesanti attacchi caldi anche dalle terre siberiane, che in questi giorni si stanno sensibilmente riscaldando, a causa del continua soleggiamento e del massiccio surriscaldamento delle steppe e delle aree desertiche dell’Asia centrale, che favorisce l’isolamento di masse d’aria sempre più calde, continentalizzate, pronte a spingersi fin sul mare Glaciale Artico non appena s’instaura un promontorio anticiclonico dinamico disteso lungo i meridiani. Queste avvezioni calde, spesso ben strutturate anche alle quote superiori della troposfera, assottiglieranno la figura del vortice polare che manterrà il proprio baricentro principale sul settore occidentale dell’Artico, con una profonda depressione colma di aria gelida, e un minimo di geopotenziale in quota, collocati fra il settore settentrionale del mare di Beaufort e l’arcipelago artico canadese. Nei prossimi giorni, fra giovedì 6 e venerdì 7 Giugno, il vortice polare, in fase di riassetto, si posizionerà nell’area centrale del mar Glaciale Artico, a nord della Groenlandia, con un profondo ciclone extratropicale nei medi e bassi strati (minimo al suolo stimato sotto i 980 hpa) che attiverà forti venti a rotazione ciclonica, nevicate diffuse e un forte calo termico fra le isole dell’Artico canadese, il nord della Groenlandia e il settore occidentale del mar Glaciale Artico.

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