L’Islanda è notoriamente una terra di vulcani, ma l’eruzione del sistema di Laki, cominciata l’8 Giugno 1783 e in cui venne coinvolto anche il vulcano Grímsvötn, fu uno degli eventi più tragici degli ultimi secoli. Nel corso di sei mesi vennero versati 14 chilometri cubi di lava da un totale di 135 sfiati nei pressi del vecchio cratere di Lakagigar. Uno dei testimoni oculari di quell’evento, il pastore Jón Steingrímsson descrisse l’evento così: “in primo luogo il suolo si gonfiò con un tremendo boato, a cui seguì una violentissima esplosione che frantumò in pezzi la Terra. Proprio come un animale che dilania la sua preda. Grandi blocchi di pietre furono scaraventati in aria ad altezze indescrivibili, mentre lampi e tuoni, fontane di lava e fumo denso cominciavano a non dare scampo in prossimità della montagna. La Terra tremava incessantemente. Fu orribile vedere i segni di un Dio arrabbiato…!
Più di 9.000 persone persero la vita a causa degli effetti diretti dell’eruzione e circa 20.000 (un terzo della poplazione di tutta l’Islanda) persero la vita a causa della conseguente carestia del 1783-1784. Il vento portò con sè le nubi dense di cenere che avvelenarono la Terra e il mare, uccidendo metà della popolazione di bovini islandesi e un quarto della popolazione di pecore e cavalli. Sulle aree colpite nulla cresceva, nemmeno l’erba. Ma l’eruzione ebbe effetti ancora più diffusi negli anni successivi. Sembra che l’eruzione del Laki influì anche sul clima africano ed asiatico: la circolazione monsonica indiana fu indebolita, e questo portò ad anomalie negative nelle precipitazioni sull’area del Sahel. Il fiume Nilo ridusse drasticamente la sua portata. In Europa peggiorò la qualità dell’aria e le estati si fecero fresche e piovose. L’inverno che seguì fu uno dei più rigidi nella storia della Gran Bretagna: la città di Selborne visse 28 giorni di gelo consecutivi, e 8.000 furono i morti causati dal freddo in tutta la nazione. La Germania e il resto dell’Europa centrale furono teatro di abbondanti nevicate, che, durante il successivo disgelo, causarono disastrose inondazioni. Le anomalie climatiche potrebbero aver acuito la carestia dell’epoca Tenmei in Giappone. I cattivi raccolti innescarono grandi insurrezioni delle popolazioni, che cominciarono a morire di fame e di stenti. Era il 1789. Fu uno dei fattori che contribuì allo scoppio della Rivoluzione Francese.