Salute, allarme dei radiologi: una risonanza magnetica su tre è del tutto inutile

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risonanza magneticaQuasi il 30% delle risonanze magnetiche lombari prescritte ai pazienti non sono necessarie, con ripercussioni notevoli sul corretto funzionamento del sistema sanitario e un aggravio ulteriore di costi per la collettività. A denunciarlo è la Società Italiana di Radiologia Medica, una delle più antiche associazioni di categoria del settore medico e, nello specifico, dei professionisti di radiologia, che ha rilanciato l`allarme contenuto in un recente studio internazionale pubblicato sulla rivista specializzata European Journal of Radiology e presentato nella sede del Consiglio Nazionale dei Medici Spagnoli. “Se si considera che il costo per ogni esame è di circa 244 euro e che in Spagna ogni anno se ne fanno circa un milione, si può immaginare quanto ci perda lo Stato”, tuonava qualche giorno fa El Pais, il primo quotidiano iberico, riportando le conclusioni del dottor Francisco Kovacs, principale autore dello studio, secondo cui “prescrivere risonanze inutili aumenta del 400% il rischio di essere operato inutilmente”. Carlo Faletti, primario di radiologia al CTO di Torino e Presidente della SIRM, rispetto all’esubero di risonanze magnetiche, spiega: “Le cifre non sono molto dissimili. Il numero di risonanze magnetiche è sicuramente elevato e altrettanto il rischio di inappropriatezza, in particolare proprio per la risonanza magnetica del rachide lombosacrale, come per quelle encefaliche e del ginocchio”. I motivi alla base di questi errori, secondo quanto evidenziato dallo studio europeo, sono fondamentalmente due: da un lato vi sono i medici che esercitano la medicina di compiacenza, ovvero quella che dà ragione alle richieste del paziente, dall`altro quelli che praticano la medicina difensiva, ovvero per coprirsi le spalle dal punto di vista legale; da ultimo, c`è anche la medicina privata che ottiene rimborsi economici per fare risonanze magnetiche e operare. Di qui la proposta di dare maggior potere ai radiologi, in modo che possano rifiutarsi di fare gli esami, o almeno dar loro la possibilità di parlare con i medici che li hanno prescritti per analizzare più accuratamente il caso. “Più che dare maggior potere ai radiologi – commenta il Dott. Faletti – si tratterebbe di dar loro maggiore ascolto perché, per quanto riguarda l`Italia, a suo tempo furono codificate le linee guida per la risonanza magnetica che rapportano con precisione il criterio di priorità all`idea di appropriatezza. Purtroppo tali regole, per quanto chiarissime, sono puntualmente disattese. Se ci fosse una maggiore attenzione al rispetto delle linee guida, non ci sarebbe niente da riscrivere e niente da inventare. Basterebbe semplicemente applicare quello che è già stato codificato”. Altra proposta per contenere il fenomeno è quella di pianificare programmi di educazione sanitaria per i pazienti in modo che siano coscienti del fatto che le risonanze magnetiche sono utili solo in alcuni casi. “Questo è un compito – conclude il Presidente della SIRM – che spetta in primis alle varie associazioni scientifiche: ognuno deve fare la sua parte. Dal momento che esistono le linee guida, si possono isolare magari alcune di queste prestazioni e su di esse fare dei gruppi di studio per poi dare la giusta visibilità ai risultati a livello della popolazione, non a livello scientifico, poiché su quest`ultimo piano tutto quello che stiamo dicendo è già noto”

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