La Lunigiana colpita alle 12,33 di oggi dal terremoto di magnitudo 5,2 e’ un’area nota per avere una pericolosita’ sismica medio-alta e per essere storicamente soggetta a terremoti anche forti. Si calcola ad esempio che dal 1500 ad oggi siano avvenuti in quest’area, compresa fra le province di Massa e Lucca, almeno 50 terremoti di magnitudo superiore a 5,1. Il piu’ violento, di magnitudo 6,4, e’ avvenuto il 7 settembre 1920 con epicentro a Fivizzano, uno dei comuni piu’ vicini all’epicentro del sisma avvenuto oggi. Nella stessa zona nel 1846 ha lasciato il segno un terremoto di magnitudo 5,9. La stessa magnitudo e’ stimata per i due terremoti violenti avvenuti nel 1501 e nel 1542. Fra i sismi piu’ recenti, il piu’ intenso e’ stato quello avvenuto il 10 ottobre 1995, con una magnitudo 5,0. Anche in quell’occasione una delle zone piu’ colpite e’ stata quella di Fivizzano e, come oggi, il terremoto e’ stato avvertito un’area molto vasta, che comprendeva l’intera Pianura Padana. A scatenare i terremoti in questa zona sono i movimenti dell’Appennino: mentre per quasi tutta la sua lunghezza la catena montuosa e’ orientata nella direzione da Nord-Ovest a Sud-Est, nella parte piu’ alta si ‘piega’ orientandosi da Est e Ovest. ”I piani della faglia che si e’ attivata oggi hanno questo stesso orientamento”, ha spiegato il direttore del Centro Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Alessandro Amato. Quello avvenuto oggi e’ stato un terremoto poco profondo, con la scossa principale localizzata ad una profondita’ di 5 chilometri e le repliche compresa fra 5 e 10 chilometri. ”Il terremoto – ha spiegato Amato – e’ stato di tipo estensionale”, ossia la crosta terrestre si e’ deformata ai lati dell’Appennino, con un movimento perpendicolare rispetto alla catena montuosa. In questo caso, quindi, la deformazione e’ avvenuta lungo la direzione Nord-Sud. Il meccanismo generale all’origine dei terremoti in questa zona e’ dato dal movimento della Placca Adriatica, che progressivamente tende a scivolare al di sotto dell’Appennino. La placca Adriatica ruoterebbe in senso antiorario rispetto ad un punto localizzato in Italia settentrionale e in questo movimento trascinerebbe con se’ la catena montuosa. Questo tipo di movimento, spiega Amato, non e’ costante lungo tutto l’Appennino ed e’ questo il motivo per cui lungo questa catena montuosa avvengono terremoti con meccanismi diversi.