L’antropizzazione, il turismo di massa, lo sfruttamento agricolo, i cambiamenti climatici in atto stanno mettendo a serio rischio la salubrità delle falde acquifere costiere.
Queste ultime sono infatti fortemente minacciate dall’inquinamento soprattutto salino, dovuto all’ingressione di acqua salata.
Ma a che cosa è dovuta questa risalita ed invasione delle acque salate marine nelle falde acquifere?
È da attribuire alla risalita del cuneo salino; questo è una sorta di barriera naturale fra le acque salate e quelle dolci di falda. La diversa densità fra le due acque fa sì che quelle salate, più dense, s’incuneino sotto le falde, nella zona dello strato confinato dell’acquifero.
Il rapporto fra la superficie dell’acqua dolce e quella marina è in equilibrio, e ciò è dovuto al carico idraulico che non fa avanzare l’acqua salata nell’acquifero.
Se subentrano però fattori di disturbo o di stress e soprattutto se provocano l’abbassamento del livello della falda può avvenire l’intrusione salina che andrebbe così a salinizzare e degradare la falda e l’entroterra costiero. Tale abbassamento è causato soprattutto dai massicci emungimenti da pozzi per attività urbane o per l’irrigazione agricola.
Le ripercussioni ecologiche sono estremamente pesanti e porterebbero tra l’altro alla salinizzazione del suolo, provocandone così la sua sterilità o addirittura anche la morte del suolo stesso; non per altro la salinizzazione – ricordiamo – rientra tra le 8 minacce individuate dalla “Strategia tematica per la difesa del suolo” proposta dalla Commissione Ue nel 2006.