Il Wwf ha chiesto al ministro dell’Ambiente Andrea Orlando di esprimersi contro il rilancio delle produzioni nazionali di idrocarburi che stanno mettendo a serio rischio i nostri mari. Nell’ambito della campagna ‘Sicilia: il petrolio mi sta stretto’, il Wwf ha infatti sollecitato la commissione tecnica competente del Ministero dell’Ambiente di bocciare i progetti di ricerca di idrocarburi che Eni e Edison hanno presentato nel Canale di Sicilia, attualmente al vaglio della Commissione Valutazione di impatto Ambientale. “Questi nuovi progetti – ricorda il Wwf – si sommano ai due permessi di ricerca gia’ concessi alle stesse compagnie in area contigua e a altri sette titoli minerari tra istanze, permessi e concessioni che pure insistono nel Canale di Sicilia, un’area ricchissima di biodiversita’, di turismo, ma anche di vulcani sottomarini tuttora attivi e considerata ad alto rischio sismico: tutti elementi -sottolinea l’associazione ambientalista- che rendono i potenziali impatti delle trivelle davvero ‘esplosivi’, certamente incompatibili con il delicato equilibrio ecologico e geologico della zona“. “Il Canale di Sicilia -afferma ancora il wwf- e’ un’area estremamente ricca dal punto di vista ambientale, vi nuotano delfini, balenottere, mante mediterranee, aquile di mare, squali, tonni, pesci spada e tartarughe marine, e riveste un’importanza strategica per l’intero Mediterraneo“. Per questo, per proteggere l’area, il Wwf ha lanciato la campagna ‘Sicilia, il Petrolio mi sta stretto’, “uno spazio di attivazione della cittadinanza per scongiurare e discutere la minaccia delle trivellazioni nello Stretto di Sicilia, con una speciale petizione online“.
Ambiente, Wwf: “No alle trivelle nel Canale di Sicilia, area ad alto rischio sismico”
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