Queste e altre storie del dreamtime sono rappresentate da numerosi dipinti rupestri lungo la superficie di Ayers Rock. Secondo la tradizione aborigena infatti, questi dipinti vengono frequentemente rinnovati; fra gli innumerevoli strati di pittura, i più antichi risalgono tuttavia a migliaia di anni fa. Diversi luoghi lungo il perimetro dell’Uluru hanno dunque, proprio per tutto ciò, valenza religiosa particolarmente forte, ed i turisti che li visitano sono soggetti a diversi livelli di proibizione (per esempio di non avvicinarsi a determinati luoghi o non scattare fotografie). Gli aborigeni hanno inoltre richiesto proprio per questo più volte che i turisti non scalino il massiccio, ottenendo tuttavia scarsi risultati a riguardo. Giornalmente, è comunque a disposizione dei visitatori del monolito un efficiente Travel Desk in grado di organizzare trasferimenti, escursioni di ogni genere, diurne e notturne, attività sportive, animazione serale; recentemente soggetto a diverse opere di tutela e protezione, esso rappresenta, per ora e per il futuro, un indiscusso centro di forte progresso economico, turistico e culturale per l’Australia intera.
Ayers Rock, la roccia più grande del mondo che gli aborigeni chiamano ancora Uluru
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