Contrariamente a quanto si potrebbe ipotizzare, l’era glaciale sulla Terra rappresenta la normalità del clima del nostro pianeta. Quello che stiamo vivendo, infatti, è soltanto una bella parentesi nella storia geologica, e che quindi rappresenta una vera e propria anomalìa. E’ quanto sostiene il ricercatore Rolf Witzsche, che spiega che gli ultimi milioni di anni sono trascorsi per l’85% nel freddo e tra i ghiacci. L’intero sviluppo di quella che chiamiamo civiltà, si è verificato in questo contesto anomalo, che oggi definiamo Olocene. Sappiamo questo attraverso la misurazione del contenuto dei livelli storici di ghiaccio che si sono accumulati per lunghi periodi sulla Groenlandia e sull’Antartide. E sappiamo inoltre che le ere interglaciali sono sono verificate ad intervalli abbastanza regolari. Secondo il ricercatore, quindi, ci attende una nuova era glaciale, e il periodo di transizione sarebbe già cominciato. Witzsche spiega che il clima del nostro mondo è in una tendenza all’accelerazione della trasformazione sistemica, con conseguenze enormi per l’agricoltura a livello mondiale in termini di aumento di inondazioni, siccità, gelate, uragani e tornado. Addirittura, secondo il ricercatore, l’aumento dei terremoti è un precursore di questo periodo di transizione. Per quanto riguarda il Minimo di Maunder, il noto periodo che va circa dal 1645 al 1715 che fu caratterizzato da una attività solare molto scarsa e che con estrema probabilità causò la piccola Era Glaciale, il ricercatore sostiene che se l’attuale periodo di quiete dovesse continuare anche nel prossimo ciclo, o addirittura indebolirsi, potrebbe competere con quel periodo. Un’era glaciale rappresenterebbe un periodo gravissimo per l’umanità. E a chi sostiene la teoria del Global Warming, Rolf Witzsche risponde che si tratta di un inganno che nasconde la realtà dei fatti.
A prescindere dalle parole del ricercatore, oggi la scienza non sa quando ciò accadrà. Sappiamo solo che le conseguenze sarebbero enormi. Durante il nostro bel periodo caldo abbiamo visto solo lievi fluttuazioni del clima, ed un’eventuale grande glaciazione farebbe impallidire anche le aree più fredde del 1600, dove le gravi perdite agricole sarebbero soltanto una piccola percentuale del danno. “Durante la storia della civiltà nessuno ha sperimentato una grande glaciazione“, conclude il ricercatore.