DDL contro il consumo di suolo: che sia la volta buona

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Oltre al famigerato “ Decreto del fare” approvato in queste settimane il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge contro il consumo di suolo, che verrà messo all’attenzione della Conferenza unificata.

Negli ultimi decenni in effetti il consumo di suolo in Italia non conosce pausa seppellendo voracemente i terreni agricoli e naturali sotto il cemento di progetti urbanistici faraonici: piani urbanistici e speculazioni edilizie, residenziali e industriali, insediamenti commerciali e logistici, grandi opere autostradali e ferroviarie, porti e aeroporti, turistici, civili e militari.

È come un cancro che avanza inarrestabile con le sue metastasi alla velocità di oltre 100 Kmq all’anno, 30 ettari al giorno, 200 mq al minuto.

Una strada imboccata azzardatamene, una strada di non ritorno, superata la quale l’ecosistema Italia non sarà più in grado di autoriprodursi, ma fino agli ultimi anni a questa parte nessuno sembrava curarsene più di tanto.

E così oggi non c’è angolo d’Italia in cui non vi sia almeno un progetto “a base di colate di cemento”: ed un peccato che il paesaggio del Belpaese ingentilito da fertili pianure agricole, romantiche coste marine, affascinanti pendenze montane e armoniose curve collinari, venga quotidianamente sottoposto alla minaccia, all’attacco e all’invasione di betoniere, trivelle, ruspe e quant’altro.

Obiettivo di base del provvedimento che da tempo i vari Governi italiani che si susseguono mirano è la previsione del riuso e della rigenerazione edilizia del suolo edificato rispetto all’ulteriore consumo di suolo: in poche parole cercare di impedire che il suolo venga eccessivamente “eroso” e “consumato” da un’urbanizzazione spavalda,  incentivando e sostenendo il riuso e la rigenerazione di aree già interessate da processi di edificazione.

Il decreto ha inoltre lo scopo  di valorizzare il suolo non edificato, promuovendo l’attività agricola che su quel suolo si svolge o potrebbe svolgersi in quanto naturalmente vocati ad ospitare colture agroforestali ed infine di valorizzare il suolo come risorsa da tutelare anche ai fini di mitigazione prevenzione del rischio idrogeologico.

Finalmente un’ accellerata da parte del attuale governo su un problema tanto delicato ed annoso che come accennato ci portiamo dietro dagli anni ’60.  insomma si tratta di una priorità assoluta che il nostro paese deve risolvere, soprattutto alla luce dei dati statistici acquisiti, dai quali risulta la progressiva “cementificazione” della superficie agricola nazionale, compresi i terreni con elevata attitudine alle coltivazioni.

Speriamo dunque come indicato in testata che sia davvero la volta buona!

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