Si tratta di ammassi di detriti formati da blocchi di pietra più o meno spigolosi immersi in una matrice più fine che si muovono sui versanti presentando una forma linguoidale simile a quella di una lingua glaciale. Tuttavia non si tratta di ghiacciai, pur facendo sempre riferimento ad ambienti freddi e alla presenza di ghiaccio; quest’ultimo può essere massivo all’interno dei detriti in movimento oppure interstiziale vale a dire generato dall’acqua circolante fra i granuli della matrice che gela formando appunto ghiaccio.
Ed è proprio la presenza dell’acqua e del ghiaccio a rendere plastico l’ammasso e a “metterlo in moto”. A seconda dei loro movimenti, della loro dinamica i rock glacier si distinguono in: attivi e inattivi e relitti.
I rock glacier li ritroviamo soprattutto ad elevate latitudini (come ad ex. in Alaska); mentre a medie latitudini per vederli bisogna certamente salire di quota.
In Italia sono stati censiti oltre 1.500 ghiacciai di pietra, ubicati per la stragrande maggioranza nelle aree alpine (sulle Alpi Retiche ed Altesine sono parecchio diffusi) sopra certe altitudini; ma una trentina circa di essi si trova sugli Appennini (dei quali uno è ancora attivo, cioè quello della Maiella).