Per tutti gli amanti delle scienze delle terra e della storia del nostro pianeta è caldamente consigliato una visita al Parco delle Gole della Breggia, in Svizzera.
Istituito nel 1998, il Parco è ubicato nell’estremo sud della Confederazione, ai confini con l’Italia; si sviluppa su un’area di 1,5 km circa solcata dall’omonimo torrente, sul territorio dei Comuni di Morbio Inferiore e Morbio Sup., Castel San Pietro e Balerna.
È stato inserito nella rete internazionale dei GeoParchi, per la sua grande rilevanza geologica:
il fiume Breggia infatti, con la sua attività erosiva, ha riportato alla luce una delle serie stratigrafiche più importanti di tutto l’arco alpino.
Ciò perché questi affioramenti in roccia costituiscono un profilo geologico praticamente continuo che ricopre un arco temporale che va dal Giurassico fino a tutta l’era terziaria, con un arco temporale di oltre 100 milioni; pensate che considerando anche la serie sedimentaria del limitrofo Monte San Giorgio l’intervallo di tempo sarebbe ancora più vasto, compreso fra il Pre-Cambriano e le coperture quaternarie fino ai giorni nostri (2,5 miliardi e mezzo di anni).
Un documento di storia della terra veramente unico per la sua completezza di informazioni, tanto da aver attirato l’interesse del mondo scientifico e della ricerca a livello mondiale.
Osservando attentamente e rilevando le formazioni rocciose, con particolare attenzione alla litologia e al contenuto fossilifero del sito, abbiamo la possibilità di fare un viaggio nel tempo che testimonia l’evoluzione dell’area alpina, a partire da quando le sontuose montagne erano ancora un piccolo bacino marino all’interno del super-continente chiamato Pangea. Poi ci fu un sollevamento dell’area fino alla formazione dell’attuale catena montuosa.
Forme geomorfologiche glaciali inoltre rivelano anche la presenza di una lingua glaciale che modellò profondamente questa zona del Mendrisiotto.
Ed allora fare un viaggio nella macchina del tempo non sarà solo più pura fantascienza…basterà pagare il prezzo del biglietto.
