Il clima ideale per la coltivazione degli agrumi

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Gli agrumi sono specie arboree originarie di aree molto umide dell’Asia. Per questo gli alberi hanno la tendenza a sviluppare apparati radicali molto superficiali; ergo, se coltivati in ambienti caldo siccitosi, come il Mediterraneo, abbisognano di interventi irrigui a cadenza varia a seconda della specie, della tessitura del suolo e del metodo di irrigazione.

Il clima insomma è di importanza cruciale per la coltura degli agrumi: in zone climatiche non idonee infatti le piante si sviluppano con difficoltà, fornendo produzioni limitate e di qualità molto modesta.

Vediamo allora sinteticamente quale dovrebbe essere il clima ideale, a grandi linee, per coltivare gli agrumi, ottenendo produzioni soddisfacenti qualitativamente e quantitativamente:

Partiamo dalla temperatura. Le temperature, che possono essere tollerate dagli agrumi senza risentire di alcun danno, vanno dai 2ºC ai 38;  al di sotto dei 2ºC gli agrumi cominciano ad accusare i primi danni che vanno ad aumentare man mano che la temperatura si discosta al ribasso da questa soglia minima di temperatura. Anche sopra i 38, 40ºC gli agrumi subiscono danni, manifestando i primi segni di disseccamento delle foglie con arresto dello sviluppo dei frutti ed il conseguente deprezzamento sul mercato. In generale però sono soprattutto le basse temperature a causare i danni più compromettenti.

Riferendoci invece ad un range di “temperature ottimali” per la pianta, diciamo che queste variano dai 18 ai 28ºC.

Passando dalla temperatura al regime delle precipitazioni, si deve sapere anzitutto che le piogge del nostro areale mediterraneo, sono insufficienti e mal distribuite nel corso dell’anno per assicurare il fabbisogno completo degli agrumi; mediamente arrivano ad garantirne circa la metà, si dovrà allora intervenire con turni di adacquamento programmati. Molto benevoli soprattutto per la pezzatura degli agrumi sono le piogge autunnali, mentre quelle invernali possono portare a fenomeni di asfissia e marciume diffuso particolarmente nel caso di terreni molto pesanti.

Ed infine, per completezza, un accenno all’altitudine ed all’esposizione: indicativamente non si dovrebbe superare i 350 m s.l.m.  ma il limite massimo va scendendo man mano che si risale verso il 40º parallelo, limite settentrionale del loro areale di coltivazione. Per quanto riguarda l’esposizione, in caso di forti venti, caldi o freddi, gli agrumeti necessitano di protezione con l’installazione di barriere frangivento, per evitare il rischio del binomio infausto sole-vento che velocizzano ed accentuano la disidratazione.

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