Luogo in cui la natura regna tuttora quasi del tutto incontrastata, il Cile è una nazione senza alcun dubbio meravigliosa; ciò che tuttavia domina in modo quasi incontrastato tale Stato è la maestosa cordigliera delle Ande, la catena montuosa più lunga al mondo. Trattiamo tuttavia oggi di un bellissimo lago che sorge nel centro-sud di questa nazione, nella Région X de Los Lagos, (Regione X dei laghi): il lago Todos los Santos (Lago Tutti i Santi), ritenuto il punto di inizio della Patagonia Cilena, dalle celeberrime acque di colore smeraldo. Esso sorge propriamente 96 km a nordest della capitale regionale Puerto Mont ed a 76 km a est della città di Puerto Varas , entro i confini del Parco Nazionale Vicente Perez Rosales.
Ha una superficie di 178,5 km ², un’altitudine di 189 metri sul livello del mare ed una profondità massima di 337 m; il bacino idrografico del lago si estende poi su 3036 km ², il principale affluente è il fiume Peulla / Black River, due fiumi che si fondono e confluiscono nel lago presso la città di Peulla; l’emissario del lago si trova invece nella città di Petrohué, luogo in cui ha inizio il fiume Petrohué , con portata media in quel tratto di circa 270 metri cubi al secondo. A breve distanza da Petrohué, il fiume passa in delle cascate, le celebri cascate di Petrohué: le forti piogge nel bacino di drenaggio creano infatti delle variazioni di livello del lago di anche tre metri; tali variazioni apportano inoltre un aspetto caratteristico al litorale del lago. Il lago è inoltre circondato da tre vulcani: l’Osorno, che lo separa del Lago Llanquihue, il Puntiagudo e il Monte Tronador; è poi degno di nota il fiordo Cayutue, braccio meridionale del lago Todos los Santos, separato dal Reloncavi (piccolo bacino fluviale della zona) da un passaggio chiamato Cabeza de Vaca. Verso nord, la valle del Callao, servita da un sentiero escursionistico, collega anche il Todos los Santos, con il lago Rupanco. All’estremità orientale del lago, nella piena cordigliera andina, si trova invece il villaggio di Peulla, oltre il cui villaggio, a nord del massiccio montano Tronador, a meno di 1000 m di altitudine, vi è il passaggio Vincente Perez Rosales.
Come si può vedere anche, ad esempio, dalle immagini satellitari, la regione del lago è ricoperta di foreste, che sono parte della Foresta pluviale temperata del Sud, un sistema ecologico ricco e diversificato che prospera con le abbondanti precipitazioni di questa regione. Il lago Todos los Santos, incastonato tra ripide montagne e vulcani innevati, offre inoltre un paesaggio impressionante. Le informazioni relativamente alla flora ed alla fauna del lago sono relativamente scarse ed aspetti quali la biologia delle piante e degli animali e l’ecologia di biomi ed ecosistemi sono noti a livello di generalità e di assunzioni che possono essere plausibili, ma non ancora convalidati; sappiamo tuttavia che esso è fiancheggiato da foreste di coigüe, ulmo ed olivillo.
Il clima è poi in gran parte determinato dall’interazione, attraverso l’atmosfera, tra l’Oceano Pacifico e la catena montuosa delle Ande: esse influenzano inevitabilmente da est, e, ad eccezione di un paio di giorni in un anno in cui colpiscono il caldo ed il secco con un vento orientale (il “Puelche”), aria ed umidità scorrono da ovest, sud-ovest e nord-ovest, che è, dunque, l’Oceano Pacifico. La piovosità è poi abbondante quasi tutto l’anno, e le precipitazioni sono inevitabilmente più abbondanti sul versante di ponente. Il “lato oscuro” del vento, ad est, nelle Ande, riceve invece naturalmente meno precipitazioni. Il vento da sud è infrequente e conosciuto come foriero di un cielo terso e di temperatura fresca.
Il paesaggio del lago deve gran parte della sua forma attuale all’azione dei ghiacciai ed al vulcanismo degli ultimi milioni di anni: ghiacciai in alternativa avanzata si ritirarono infatti nel corso degli ultimi 100 000 anni e dei vulcani sono stati attivi e spenti, spostando anche l’attività da uno all’altro in una sorta di sostanziale “migrazione vulcanica” da est a ovest. L’attività vulcanica in questa regione è esplosiva; dei vulcani possono infatti violentemente espellere masse di cenere e detriti in alto nell’atmosfera (come di recente ha fatto il vulcano Chaiten), a volte seguite da una colata di lava basaltica, ivi chiamata “adensite”.
È stato scoperto e battezzato con il nome attuale il 1º novembre 1670 da dei missionari gesuiti, il giorno dedicato a tutti i Santi: i padri uscivano infatti dalla loro sede di Castro, Chiloé, alla ricerca di un passo tra le montagne che li conducesse alle pampas per istituire una missione tra i Tehuelche e trovare la mitica città dei Cesari (Ciudad de los Césares) conosciuta anche con il nome di “Città incantata della Patagonia”. Questi attraversamenti continuarono poi fino al 1718, quando abbandonarono invece la missione a causa dell’assassinio di alcuni missionari; il lago è stato poi invece dimenticato fino al 1848, quando John Renus scalò il vulcano Osorno e lo vide di nuovo.
Il lago, caldo e riparato dai venti, è un luogo ideale per sport acquatici, nuoto, pesca alla trota o al salmone, abbondanti nel lago; non ci sono tuttavia strade intorno al lago e le località intorno ad esso si raggiungono attraverso un battello tra Petrohué e Peulla; Petrohué è inoltre una bellissima località da cui partono diverse escursioni a piedi intorno al vulcano Osorno, ai suoi belvedere, ed alle su citate cascate.