Secondo l’autore dello studio, quindi, ciò che si può fare è osservare la topografia del pianeta e stabilire se ci sono antichi crateri da impatto. Osservando le aree più butterate, e quindi il numero di crateri in funzione dell’età dei terreni, Marchi e il suo team hanno confrontato le immagini con quelle della Luna, un oggetto celeste la cui età è ben documentata. Il modello ha mostrato che per ogni cratere formato su una data superficie sulla luna per anno, una superficie simile su Mercurio è punteggiata da tre nuovi crateri nella stessa quantità di tempo. Le analisi future aiuteranno quindi a comprendere meglio l’età del primo pianeta del Sistema Solare in ordine di distanza dal Sole. La ricerca dettagliata è stata pubblicata questa settimana sulla rivista Nature.
Incongruenze dalla superficie di Mercurio: ecco come i vulcani hanno cancellato la nascita del pianeta
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