L’Isola del Cocco (Cocos Island): un paradiso incontaminato della Costa Rica

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E’ noto a tutti il fatto che nell’America Centrale vi siano molteplici paradisi naturali incontaminati; molti però si limitano alla conoscenza delle tipiche e conosciutissime isole caraibiche, rinomate mete turistiche; pochi invece conoscono altre isole minori, come ad esempio l’isola del Cocco (Cocos Island), conosciuta anche come la Galapagos costaricana, che sorge vicino la costa pacifica del Costa Rica, a 352 km dalla Capo Blanco, località costiera costaricense; essa, per le sublimi bellezze naturali, è interamente un parco nazionale (con circostante riserva marina protetta) e patrimonio dell’umanità UNESCO. L’estensione terrestre dell’isola è di 23,85 km² e misura 7,6 km di lunghezza e 4,4 km di larghezza, essendo la sua forma approssimativamente rettangolare. Nel 1526 l’isola fu scoperta dallo spagnolo Joan Cabezas, che si trovava già indicata su una cartina disegnata dal cartografo francese Nicolas Desliens (XV sec.). Durante i secoli XVII e XVIII l’isola fu poi rifugio di pirati e corsari che infestavano le acque al largo della costa pacifica dell’America Spagnola. Secondo diverse leggende poi, una banda di pirati seppellì sull’isola un ricco tesoro, il Tesoro di Lima, consistente in tonnellate di lingotti d’oro e denaro, lamine d’oro che ricoprivano le cupole delle chiese; molti altri ne sarebbero poi anche stati occultati come quello di William Davies nel 1684 o quello di Benito “Espada Sangrienta” Bonito nel 1819.
Per la sua dimensione, isolamento e stato di conservazione, l’Isola del Cocco costituisce uno dei siti naturali privilegiati a livello mondiale. Con un endemismo importante e una singolare diversità biologica, l’isola può essere catalogata come un laboratorio naturale, ideale per compiere ricerche sull’evoluzione delle specie e il monitoraggio dell’ambiente a largo campo. I risultati delle ricerche stesse potrebbero essere importanti informazioni circa la dinamica degli ecosistemi del pianeta e la sua relazione con i cambiamenti globali dell’ambiente marino e terrestre. Da qui la sua grande importanza per l’umanità. Al livello geologico, l’Isola del Cocco è un’isola oceanica di origine sia vulcanica, che tettonica. È infatti l’unica isola emersa della placca di Cocos (da cui prende il nome), una delle placche tettoniche minori. Una datazione radiometrica Potassio-Argon ha stabilito che l’età delle rocce più antiche dell’isola si aggira tra gli 1.91 e i 2.44 milioni di anni (Tardo Pliocene). È inoltre composta in prevalenza da basalto, che si forma per colate di lava. Il paesaggio è montano ed irregolare, e trova la sua sommità sul Monte Iglesias (o Yglesias), ad una quota di circa 575 m s.l.m. A dispetto della montuosità, esistono nella parte centrale dell’isola alcune aree pianeggianti situate a circa 200–250 m s.l.m. Con quattro baie, tre delle quali sul lato nord (Chatham, Wafer e Weston), l’Isola del Cocco ha numerosi fiumi e torrenti, che raccolgono l’acqua abbondante tipica dell’ambiente tropicale (si attesta infatti un livello di circa 8000 mm di precipitazioni annue). I fiumi più larghi sono il Genio e il Pittier, che sfociano entrambi nella Baia di Wafer. L’ambiente montano e il clima tropicale hanno fatto sì che sull’ isola si siano create oltre 200 cascate. Relativamente alla flora, sono state identificate circa 250 specie di piante (delle quali circa 50 endemiche, come la “Clusia rosea”, il “palo di ferro” o la “palma endemica”).  Al livello faunistico, sono inoltre presenti  circa 235 specie di piante (70 endemiche), 362 di insetti (64 endemiche), 2 di lucertole endemiche, 3 di ragni e 85 di uccelli inclusi quelli marini (3 endemici). Altrettanto varia è la fauna marina, con testuggini, oltre 18 specie di corallo, 57 specie di crostacei, 118 di molluschi marini, 3 specie di delfini e più di 200 pesci. Nelle sue acque abbondano inoltre squali dalla pinna bianca, i giganteschi squali martello, tonni, pesci pappagallo e mante. Sono inoltre da citare le oltre 85 specie di uccelli, quali alcuni endemici come ad esempio il pigliamosche di Cocos, il cuculo di Cocos o il fringuello di Cocos. Nel bosco è anche comune trovare lo spirito santo, uccello di colore bianco che visita l’isola per nidificare e si distingue per i continui volteggi sopra la testa dei visitatori.
A causa di tutte queste ricchezze naturali e scientifiche essa è stata dapprima dichiarata il 22 giugno 1978 parco nazionale relativamente al Costa Rica; poi invece, nel 1997, è stata dichiarata “Patrimonio dell’Umanità” UNESCO. Nel 1998 fu poi dichiarata “Zona Umida di Importanza Internazionale” sotto la Convenzione di Ramsar del 1991; nel 1995, nello studio su un “Sistema di aree marine protette rappresentative del mondo”, realizzato per l’Autorità del Parco Marino della Grande Barriera Corallina (Australia), la Banca Mondiale e l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), si accordarono, nella Regione Marina del Pacifico del Sudest, per dare la priorità all’Isola del Coco per ricevere appoggi per la sua gestione e conservazione. Inoltre l’isola è il centro della Bioregione Isola del Cocco, definita e delimitata nel 1999 e dichiarata da “The Nature Conservancy” (TNC) e dal “Biodiversity Support Program” (BSP), come prioritaria per la conservazione marina. L’11 ottobre 2002, il Governo della Costa Rica dichiarò l’Isola del Cocco “Patrimonio Storico Architettonico della Costa Rica”: questa dichiarazione si deve all’alto valore storico e culturale che porto l’isola al popolo costaricense.
Ad essa si accede solamente via mare ed il viaggio da Puntarenas dura circa 36 ore; tuttavia essa, proprio per le ragioni sopra citate è sempre in misura maggiore un meta turistica ambitissima per appassionati di natura e di immersioni subacquee.

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