Nei pazienti che presentano gravi complicazioni motorie, in cui il trattamento farmacologico ha perso la sua efficacia o e’ causa di reazioni avverse, e’ possibile ricorrere al trattamento chirurgico. Mentre “attualmente non esiste alcun trattamento con cellule staminali raccomandato per i pazienti con malattia di Parkinson”. A fare il punto e’ la Limpe, Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson, le sindromi extrapiramidali e le demenze. “Attualmente – prosegue la nota della Limpe, che ha pubblicato la Linee guida sulla diagnosi e il trattamento del Parkinson – i possibili trattamenti chirurgici disponibili rientrano in due categorie, lesione o stimolazione cerebrale profonda (Deep brain stimulation o Dbs), sebbene quest’ultimi siano quelli piu’ utilizzati perche’ piu’ sicuri e con minori complicanze”. Il risultato dell’intervento dipende da una serie di fattori, primo fra i quali la selezione dei soggetti che si possono sottoporre all’operazione.
“Questo passaggio e’ di fondamentale importanza e risponde a rigorosi criteri che sono presenti nelle Linee guida, pubblicate da Limpe insieme all’Istituto superiore di sanita’ (Iss)” precisa il comunicato. Gli interventi con Dbs prevedono il posizionamento intracerebrale, tramite metodiche di neurochirurgia stereotassica, di un elettrodo in grado di erogare una specifica stimolazione elettrica all’interno di una specifica area del cervello, implicata nella genesi dei sintomi parkinsoniani. Le principali aree target per il trattamento della malattia di Parkinson in fase avanzata sono rappresentate dal nucleo subtalmico e dal globo pallido interno. “La scelta del target di stimolazione, insieme alla selezione dei pazienti candidati al trattamento chirurgico sono fra le principali criticita’ connesse alla Dbs – afferma Leonardo Lopiano, ordinario neurologia dell’universita’ di Torino e membro del comitato scientifico Limpe – a questi elementi si aggiungono poi la scelta dei parametri di stimolazione e i criteri per il ‘follow-up’. I vantaggi forniti dalla procedura sono pero’ evidenti: la stimolazione e’ modificabile nel tempo e modulabile fino a che non si raggiunge un significativo livello di efficacia. Numerose pubblicazioni sembrano ormai concordi nel ritenere che i parkinsoniani, da tempo trattati con la terapia farmacologica, affetti da discinesie rispondono positivamente alla Dbd con miglioramento anche a lungo-termine”.
“Altre tecniche chirurgiche a oggi ancora in via di sperimentazione – riporta il comunicato – prevedono l’impianto di cellule staminali in determinate aree cerebrali. I tipi di trapianto piu’ studiati sono a oggi, il trapianto autologo di staminali mesenchimali adulte di derivazione midollare e l’impianto di tessuto mesencefalico embrionale o neuroni dopaminergici embrionali. Nelle Linee guida – ricorda la Limpe – e’ evidenziato come in termini di sanita’ pubblica attualmente non esiste pero’ alcun trattamento con cellule staminali raccomandato per i pazienti con malattia di Parkinson. Va ribadito che questi trattamenti devono essere validati scientificamente in sperimentazioni cliniche controllate condotte in strutture riconosciute e da medici competenti secondo le regole in vigore e a garanzia dei pazienti”. La Dbs viene di solito proposta a pazienti che, pur avendo una buona risposta ai farmaci, presentano fasi di blocco motorio invalidanti o gravi movimenti involontari; i pazienti candidati alla terapia chirurgica non devono avere gravi malattie internistiche, problemi psichiatrici di rilievo e, per quanto riguarda l’eta’, sebbene non esista un limite assoluto, nei soggetti con piu’ di 70 anni e’ bene considerare l’opzione chirurgica con cautela. Allo scopo di definire e uniformare la selezione dei pazienti candidati al trattamento chirurgico devono essere seguiti precisi criteri quali la certezza della diagnosi di malattia di Parkinson idiopatica, la presenza di una buona risposta alla levodopa e la presenza di complicazioni motorie. L’intervento di Dds non e’ invece indicato nei pazienti con diagnosi di parkinsonismo atipico, nei pazienti che manifestano disturbi cognitivi o psichici, o in presenza di controindicazioni chirurgiche.
La Giornata Nazionale Parkinson, di cui Limpe e l’associazione Dismov-Sin costituiscono il comitato promotore, si terra’ il prossimo 30 novembre e coinvolgera’ numerose strutture locali a livello nazionale, che metteranno a disposizione neurologi esperti per offrire approfondimenti anche su questo aspetto della patologia, le cui cause ed effetti presentano a tutt’oggi elementi da approfondire. “L’approccio all’evoluzione della disabilita’ dei soggetti affetti dalla patologia necessita di un progetto terapeutico multidisciplinare – afferma Giovanni Abbruzzese, presidente Limpe – in cui la riabilitazione assume un ruolo fondamentale. Un corretto approccio riabilitativo non deve prescindere dalle caratteristiche peculiari del singolo paziente”. Oggi si tende a consigliare fortemente l’esercizio fisico come pratica in grado di apportare benessere al paziente. “La ricerca dimostra che una terapia riabilitativa mirata e’ in grado di ritardare la disabilita’ – concludono gli esperti della Limpe – e avere un effetto neuroprotettivo e migliorare la qualita’ di vita nei soggetti affetti dalla patologia”.