Salute: è “made in Italy” un nuovo metodo non-invasivo per migliorare la fecondazione assistita

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In occasione del 29° esimo Congresso annuale della Società Europea di Medicina della Riproduzione e di Embriologia, svoltosi quest’anno nello scenario londinese, è stato premiato uno studio rigorosamente italiano, condotto da Antonio Capalbo, Laura Rienzi e Filippo Maria Ubaldi, rispettivamente genetista, direttore dei laboratori di embriologia e responsabile del Centro di Medicina della Riproduzione Genetica della Clinica Valle Giulia di Roma.
Su 540 progetti presentati, provenienti da tutto il mondo e tra i sette migliori progetti internazionali, il premio è stato assegnato proprio allo studio italiano.
Il team è stato il primo ad individuare i microRna, delle molecole rilasciate fisiologicamente dagli embrioni umani nell’ambiente circostante e che, impiantati, interagiscono ed influenzano l’endometrio e possono favorirne l’attecchimento.
La scoperta italiana, valutando in modo non -invasivo, ossia analizzando solo il terreno di coltura delle cellule in cui si sviluppano gli embrioni ottenuti in vitro, consente di attestare la qualità stessa degli embrioni in questione, che verranno impiantati con la fecondazione assistita, con migliori probabilità di impianto e maggiori possibilità di successo.

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