La paleopatologia è la scienza che si occupa di esaminare resti umani antichi, scheletrici o mummificati.
Essa riveste un interesse sia antropologico, in quanto può offrire importanti elementi utili a comprendere la società stessa( dato che la patologia è espressione dell’interazione tra ambiente naturale ed ambiente culturale in cui la società è immersa); che medico, poichè la precisa determinazione dell’epoca di insorgenza e dell’evoluzione di alcune importanti malattie, può suscitare un altissimo interesse in campo medico.
Per paleopatologie si intendono le malattie riscontrate sui reperti antropologici del passato.
Tra i materiali diretti, che corrispondono ai resti biologici dei nostri antenati, spiccano le ossa, cui si aggiungono i materiali patologici che, per via della loro natura e consistenza, possono essere conservati facilmente durante i lunghi periodi di inumazione ,ad esempio calcoli renali o alla vescica, entità patologiche dure, sono state ritrovati costantemente durante gli scavi di sepolture umane antiche.
Tra i materiali indiretti, troviamo fonti documentarie, letterarie e artistiche interpretate in chiave medica per offrire informazioni sulla storia antica della malattie umane.
Da numerosi studi condotti sui reperti, si è constatato che l’alimentazione degli uomini paleolitici era costituita per metà da prodotti di origine animale e per metà da prodotti di origine vegetale; per cui la quantità di cibo non era molto abbondante.
Con il Neolitico, gli esseri umani sono diventati più piccoli, ma si sono ammalati di più, con un calo della loro aspettativa di vita.
Si passa dall’alimentazione tipica del cacciatore/raccoglitore paleolitico, a quella dell’uomo agricoltore neolitico: secondo gli studiosi, per via dell’ eccesso di carboidrati rispetto all’apporto di proteine, si sviluppano nell’organismo resistenza insulinica e infiammazione, che sono terreno fertile per numerose malattie.
Per via della carenza di attività fisica e della sedentarizzazione, gli arti inferiori dell’uomo del Neolitico diventano più gracili: l’uomo, divenuto agricoltore, non corre o salta più per cacciare le prede e ciò implica il rischio di malattie oggi ben note, come l’osteoporosi e l’artrosi.
Le donne masticano le pelli con la mandibola, mentre gli uomini, per afferrare le armi di lancio, sforzano spalla, clavicola e gomito, con un forte rischio di fratture ossee.
Anche la carie subisce un forte incremento nel Neolitico, per il maggior consumo di amidi, mentre i carboidrati e gli zuccheri diminuiscono il PH della bocca.
Gli uomini solitamente morivano prima che i tumori si manifestassero, per cui il loro rischio di incidenza era basso.
Tuttavia, alcuni scienziati sottolineano che l’uso massiccio di granaglie integrali, a causa dei fitati presenti nel chicco, potrebbe aver impedito l’assorbimento di minerali fondamentali a difesa delle malattie tumorali ed infettive(ad esempio, rame e zinco).
Tra gli agenti cancerogeni spiccano l‘esposizione al sole, piante cancerogene e virus, cibi affumicati cotti a fuoco vivo o alla brace, radiazioni ultraviolette.
Riguardo alla medicina? E’ noto che già dal Paleolitico superiore si sono verificati casi di trapanazione del cranio per curare malattie mentali, ipertesione e traumi, mentre è nel Neolitico che si è posta maggiore attenzione al malato, considerato come un caso da studiare.
Lo sciamano, esperto conoscitore di principi attivi di erbe e funghi, anestetizza con un kit di tutto rispetto al seguito: avvalendosi di ossa umane ed amuleti, col solo potere della suggestione, innesca l’autoguarigione.
Nel Neolitico le condizioni di salute peggiorano drasticamente: i germi ,trovando ambiente fertile tra i gruppi umani sempre più compatti e popolati, proliferano di generazione in generazione e, a far da cornice, uno scenario davvero poco igienico!Topi e parassiti popolano discariche a cielo aperto e gli argini dei fiumi mentre, per via dello stretto contatto tra uomini e animali, la peste bovina si trasforma in morbillo e la tubercolosi viene trasmessa dai bovini.
50 tatuaggi, costituiti da croci e linee, sono stati riscontrati sulla Mummia del Similaun, detta informalmente Otzi. La Mummia, ritrovata nel settembre 91′ sulle Alpi Venoste, al confine tra Italia e Austria, è stata scoperta durante un’escursione, da due coniugi tedeschi e pare che i segni ritrovati su polpaccio,polso, dorso del piede, siano il frutto di ripetuti trattamenti terapeutici.
Circa 12000 anni fa, alla fine del Paleolitico, ecco comparire l‘uomo moderno; un vero bronzo di Riace!Deve il suo fisico tonico e asciutto proprio alle sue abitudini di vita: si muove a piedi, si accoppia con membri di altri clan e diffonde rapidamente i suoi geni.
Da questo breve excursus storico, è facile intuire quanto il filo di Arianna, utile a districarci nel tortuoso labirinto della storia, della medicina e dell’antropologia , sta proprio nelle nostre malsane abitudini alimentari e nel nostro errato stile di vita.