Spesso la preoccupazione più grande che affligge i malati di cancro è legata agli effetti collaterali della chemioterapia.
Prima di iniziare il trattamento, si può chiedere al proprio medico quali sostanze verranno somministrate e quali effetti collaterali ci si può attendere.
- Tra gli effetti collaterali più comuni c’e’ il senso di affaticamento, particolarmente intenso e prolungato, che ha un nome specifico; in inglese è detto “fatigue”: ci si sente deboli, privi di forze e questa sensazione può peggiorare con l’avanzare delle cure.
- Il fenomeno può dipendere dall’azione dei farmaci, dall’impegno dell’organismo nella lotta contro la malattia, dalla mancanza di sonno,dalla difficoltà nel mangiare adeguatamente, dalla possibilità che subentri un’ anemia , dal basso livello di globuli bianchi dovuto al trattamento.
La stanchezza può avvertirsi maggiormente nei giorni in cui ci si sottopone alla che mio ed in quelli immediatamente successivi, per cui è bene chiedere l’aiuto di parenti ed amici, ad esempio per le incombenze domestiche e per la cura dei figli. Soprattutto in queste fasi, bisogna prevedere di potersi assentare dal lavoro, ridurre gli orari o portarlo avanti, possibilmente, da casa.
- Non tutti i medicinali usati in chemioterapia provocano nausea o vomito e comunque anche per quelli che di solito provocano questi disturbi, è impossibile prevedere se ed in quale entità lo faranno nel singolo individuo.
Possono durare ore o, più raramente, qualche giorno.
Se la sostanza ha determinato questi sintomi la prima volta, potrebbe farlo anche nelle successive somministrazioni.
I medici possono controllarli con farmaci antiemetici, dati di solito in vena insieme alla chemioterapia e poi proseguiti per via orale o intramuscolare a casa.
- Dolore, infiammazione o ulcere in bocca sono disturbi che possono comparire da 5 a 10 giorni dopo l’inizio del trattamento e in generale si risolvono gradualmente nelle 3-4 settimane dopo la fine di esso.
Il medico può consigliare risciacqui, per evitare infezioni delle ulcere e analgesici, per tenere a bada il dolore.
- Il sapore cattivo o l’alterazione del gusto sono dovuti ai medicinali usati in chemioterapia: il gusto può risultare alterato, salato, amaro o metallico.
Il fenomeno regredisce alla fine del trattamento, ma a volte sono necessarie alcune settimane prima che passi.
- Anche se non si avverte appetito il giorno dopo il trattamento o in quello successivo, è importante introdurre un’ adeguata quantità di liquidi, per evitare la disidratazione, soprattutto se le cure scatenano diarrea.
Se compare la stipsi, potete cercare di rimediare con una dieta ricca di fibre.
- Il calo dei globuli bianchi può favorire infezioni, per cui è necessario avvertire il medico in caso di : febbre alta, tosse, mal di gola, mal di testa, mal di muscoli
- Il calo dei globuli rossi può portare anemia, per la quale ci si può sentire particolarmente stanchi e può mancare il fiato.
- Il calo delle piastrine può facilitare sanguinamenti delle mucose o la formazione di ecchimosi.
Gli effetti possono essere contrastati dai medici con appositi farmaci o trasfusioni.
- La caduta di capelli, peli, ciglia e sopracciglia è una delle conseguenze più temute dai pazienti ,non solo perché incidere significativamente sulla propria immagine,ma anche perché rende evidente il proprio stato di malattia.
I capelli cominciano a ricrescere dopo poche settimane dal trattamento ed entro 4-6 mesi dal termine delle cure e la capigliatura ricresce, recuperando l’aspetto normale, anche se è possibile che i capelli ricrescano con un colore diverso o risultino più ricci.
In alcuni casi, è possibile prevenire la caduta dei capelli, indossando durante le sedute una particolare cuffia ghiacciata: riducendo l’apporto di sangue al cuoio capelluto, si cerca di diminuire anche la quantità di farmaco che raggiunge i bulbi piliferi.
Nel frattempo, durante la chemio, è possibile sentirsi a proprio agio indossando foulard, cappelli o parrucche, che possono risultare fastidiose, specie in estate.
- Alcuni farmaci usati in chemioterapia possono rendere la pelle secca e sensibile o provocare reazioni cutanee. È bene mettere sempre una crema protettiva quando ci si espone al sole. Anche le unghie ne possono risentire, diventando secche, scheggiate o striate.
- Talvolta la chemioterapia può provocare una neuropatia periferica, che si manifesta con alterazioni della sensibilità, formicolii, sensazione come di punture di aghi soprattutto alle mani e ai piedi. In genere regredisce al termine delle cure, ma solo dopo diversi mesi.
- Le cure possono anche compromettere in varia misura l’udito. Anche questo fenomeno può essere transitorio ma se vi accorgete di sentire male, avvisate il medico che potrà talvolta adeguare il dosaggio dei farmaci.
- La stanchezza provocata dalla malattia e dalle cure e la preoccupazione per la propria salute possono togliere interesse per la vita sessuale in questo periodo. È importante tuttavia mantenere aperto il dialogo con il partner anche su questo tema delicato, ed eventualmente cercare la collaborazione di personale esperto.
- Oltre agli aspetti psicologici ci possono essere anche difficoltà di tipo fisico: le mucose femminili, danneggiate dalla chemioterapia, possono rendere doloroso il rapporto. In questo caso ci si può aiutare con un gel lubrificante.
Per le coppie in età fertile è importante garantirsi una contraccezione sicura perché molti farmaci usati in chemioterapia potrebbero provocare malformazioni nel feto.
Infine, sebbene i farmaci in genere non passino nello sperma e nel liquido vaginale, l’uso del preservativo può evitare di passare al partner anche piccole quantità di sostanze farmacologicamente attive.