Terremoti, microzonazione sismica: appello a tutte le Regioni d’Italia, “seguite l’esempio dell’Emilia Romagna”

  • Un tipico esempio delle amplificazioni prodotte da un sisma in funzione dei diversi terreni attraversati dalle onde. La microzonazione serve proprio a diversificare il territorio in funzione della diversa risposta sismica locale (da Crespellani)
  • Gli “effetti di sito” rappresentano l’amplificazione più tipica di un sisma: esistono diversi aspetti in funzione della litologia e della topografia (da Crespellani)
  • Le varie fasi di uno studio di microzonazione sismica. Attraverso una serie di indagini il territorio viene analizzato nel dettaglio, ottenendo la Risposta Sismica Locale e la carta delle microzone, con la rappresentazione delle aree più a rischio dal punto di vista della sismicità e dell’amplificazione delle onde (da Crespellani)
  • Un esempio di “carta delle microzone”. A colori diversi corrispondono diversi gradi di rischio. In questo modo ogni Comune può avere un eccellente strumento urbanistico per pianificare lo sviluppo edilizio in funzione del rischio sismico (da Crespellani)
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MeteoWeb

microzonazione sismicaFinalmente una bella novità. E’ di ieri infatti la notizia che la Regione Emilia-Romagna, sotto la guida di Vasco Errani, ha stanziato la somma di circa 100mila euro per la realizzazione e l’implementazione della microzonazione sismica, argomento di cui noi di MeteoWeb parliamo da tempo (Terremoti: rischio sismico, microzonazione, liquefazione e prevenzione: intervista alla prof.ssa Teresa Crespellani). Si tratta infatti del principale strumento tecnico-scientifico di indagine per la salvaguardia del territorio dal punto di vista sismico.

Un tipico esempio delle amplificazioni prodotte da un sisma in funzione dei diversi terreni attraversati dalle onde. La microzonazione serve proprio a diversificare il territorio in funzione della diversa risposta sismica locale (da Crespellani)
Un tipico esempio delle amplificazioni prodotte da un sisma in funzione dei diversi terreni attraversati dalle onde. La microzonazione serve proprio a diversificare il territorio in funzione della diversa risposta sismica locale (da Crespellani)

La microzonazione può essere definita come la suddivisione di un territorio in zone omogenee sotto il profilo della risposta a un terremoto di riferimento in arrivo al sito, valutata tenendo conto delle interazioni tra onde sismiche e condizioni geologiche, topografiche e geotecniche locali  (“pericolosità sismica locale”)  che modificano la “pericolosità di base” (cioè la pericolosità valutata su terreno duro e pianeggiante di riferimento). In altre parole, si tratta di tutte le indagini tese all’individuazione della cosiddetta Risposta Sismica Locale (RSL), il cui risultato finale è rappresentato da una carta della Microzonazione Sismica (in scala almeno 1:10000) o “delle microzone”, atta ad individuare le aree più rischiose e critiche di un dato territorio sotto il profilo sismico: in particolare all’interno di questa carta si devono perimetrare le aree dove possono verificarsi fenomeni di instabilità, identificare le zone più soggette agli “effetti di sito”, come ad esempio la liquefazione e quantificare i livelli di pericolosità in ogni punto del territorio. Dunque una serie di operazioni basate su studi complessi e multidisciplinari, che al suo interno possiede pure una dimensione “sociale” perché la conoscenza delle diverse risposte al sisma in una certa area fornisce lo spunto fondamentale per l’intero governo del territorio, risultando dunque utile nella pianificazione urbanistica, nella progettazione anti-sismica, nella pianificazione e gestione dell’emergenza e perfino nella malaugurata ipotesi di una ricostruzione post-sisma (Perché l’Italia trema? Cause e rimedi dei terremoti che affliggono il nostro paese). Appare dunque evidente l’importanza in termini di prevenzione e di salvaguardia di una microzonazione ben eseguita.

Gli “effetti di sito” rappresentano l’amplificazione più tipica di un sisma: esistono diversi aspetti in funzione della litologia e della topografia (da Crespellani)
Gli “effetti di sito” rappresentano l’amplificazione più tipica di un sisma: esistono diversi aspetti in funzione della litologia e della topografia (da Crespellani)

D’altra parte la storia catastrofistica italiana degli ultimi 40 anni, dal terremoto del Friuli nel 1976 a quello dell’Emilia nel 2012, ma anche quanto sta accadendo con i diversi sciami sismici che hanno interessato il nostro paese negli ultimi mesi (Terremoti, 7 sciami sismici in atto sull’Italia: cosa fare? Un’unica soluzione: costruzioni antisismiche), dimostra perfettamente come il nostro territorio sia ampiamente vulnerabile alle scosse, anche a quelle di magnitudo intorno a 4.5-5.0. Appare perciò quanto mai opportuno indagare nel dettaglio, anche e soprattutto nelle migliaia di Comuni italiani non appartenenti alle prime due classi sismiche di riferimento, il trinomio sisma-sottosuolo-edifici, la base appunto di ogni microzonazione, proprio in risposta alla forte e comprensibile domanda di maggiore sicurezza pretesa giustamente dalla cittadinanza di fronte ad eventi tellurici: in questo modo, rivedendo il rapporto tra edifici e sottosuolo in funzione delle eventuali amplificazioni sismiche locali, si potrà adeguare la protezione sismica alla reale pericolosità del territorio.

Le varie fasi di uno studio di microzonazione sismica. Attraverso una serie di indagini il territorio viene analizzato nel dettaglio, ottenendo la Risposta Sismica Locale e la carta delle microzone, con la rappresentazione delle aree più a rischio dal punto di vista della sismicità e dell’amplificazione delle onde (da Crespellani)
Le varie fasi di uno studio di microzonazione sismica. Attraverso una serie di indagini il territorio viene analizzato nel dettaglio, ottenendo la Risposta Sismica Locale e la carta delle microzone, con la rappresentazione delle aree più a rischio dal punto di vista della sismicità e dell’amplificazione delle onde (da Crespellani)

Ecco dunque perché è importante la svolta operata dalla Regione Emilia-Toscana e dal suo Presidente, Vasco Errani. Forse, potrà dire qualcuno, bisognava pensarci prima, ma d’altra parte è tipico fenomeno italiano prendere i necessari provvedimenti dopo le catastrofi. Tuttavia il segnale, sia pure tardivo, dà fiducia. Noi di MeteoWeb, più volte abbiamo chiesto alle istituzioni di essere più vicine al territorio ed alla sua messa in sicurezza dal punto di vista del rischio sismico. Sappiamo che non è facile, che le indagini portano via molto tempo, che cambiare i piani regolatori è complicato, che costruire in maniera anti-sismica è molto più costoso della normale edilizia. Importante però è iniziare, compiere il primo passo ed infondere nuova fiducia alla cittadinanza. Dimostrare coi fatti che le istituzioni pongono la salvaguardia del territorio ai primi posti della scala di valori e del loro programma politico. Noi non ci stancheremo di chiedere maggiore sicurezza. Abbiamo già chiesto, senza peraltro ottenere risposta, al Ministro Orlando (La prima domanda al neo-ministro dell’Ambiente Andrea Orlando: come sviluppare la microzonazione sismica?) quali fossero i piani del suo Ministero per ampliare l’utilizzo della microzonazione. Evidentemente, devono pensarci le Regioni. Ed allora viva l’Emilia-Romagna: che i Presidenti delle altre Regioni italiane, per una volta, seguano il buon esempio di Vasco Errani. Sarebbe la migliore risposta ai cittadini che chiedono maggiore protezione e sicurezza dagli eventi sismici.

  • Si ringrazia la Prof.ssa Teresa Crespellani per la gentile collaborazione.
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