Turismo naturalistico: alla scoperta delle Marmitte dei Giganti in Valchiavenna

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Il parco delle Marmitte dei Giganti in Valchiavenna (Sondrio) è un’area di grande rilevanza ambientale, ubicata poco fuori dall’abitato di Chiavenna.

Essa presenta particolarità paesaggisitiche e naturalistiche molto suggestive, di grande fascino: aspetti geologici e geomorfologici imponenti, contenuti storici e preistorici di grande interesse ed una ricchissima biodiversità vegetale con essenze ricche di significato, alcune anche molto rare.

Vorrei soffermarmi in questa sede in particolare sulla denominazione del Parco: ”Marmitte  dei Giganti”. Essa fa riferimento alle particolari forme geomorfologiche glaciali presenti diffusamente in quest’area naturalistica.

Le Marmitte dei Giganti rappresentano infatti un fenomeno geologico legato all’azione dei ghiacciai: si tratta sostanzialmente di profonde buche scavate nella roccia dalle forme più strane ma soprattutto cilindriche e “a scodella”; da qui il nome marmitta, che sta ad indicare una grossa pentola.

Ma come si formavano? Le masse glacializzate raccoglievano le acque dei torrenti che, unite alle acque subglaciali di fusione, scorrevano sopra la lingua glaciale, trasportando sassi e detriti. Una volta incontrato un crepaccio o un mulino vi precipitavano incamerando nel salto una forte energia che imprimeva un movimento vorticoso all’acqua e ai sassi ed esercitava un’elaborata azione erosiva sulla roccia sottostante il ghiacciaio, scavando profonde buche dalle forme – come detto – più bizzarre e arrotando i sassi fino a renderli sferici

Queste peculiarità geologiche si possono osservare ed ammirare anche in altre parti d’Italia ma quivi troviamo delle espressioni veramente significative ed emozionanti, di grande pregio geonaturalistico.

Oltre a ciò nel Parco si trovano anche altre morfologie suggestive, sempre modellate dall’azione del ghiaccio ai tempi dell’ultima grande glaciazione pleistocenica: massi erratici enormi abbandonati qua e là dal ghiacciaio in ritiro, rocce montonate levigate dall’esarazione, forre e pareti in roccia maestose di pietre verdi di origine oceanica, testimoni di un paleoceano (la Tetide) che oltre 150 milioni di anni fa bagnava queste terre montanare.

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