Il Veneto proseguira’ il monitoraggio e il controllo dei ghiacciai dolomitici anche per gli anni 2013 e 2014. La conferma viene dalla stesso assessore regionale all’ambiente Maurizio Conte: ”si tratta di una attivita’ tanto importante quanto particolare – ha sottolineato – che contribuisce alla valutazione degli effetti del clima su uno degli ambienti piu’ sensibili dell’intero territorio, quello che comprende le fasce altimetriche piu’ elevate dell’area dolomitica”. Alla luce di decenni di osservazioni effettuate, nel 2012 e’ stato pubblicato, col patrocinio ed il contributo della Regione Veneto, un interessante volume che raccoglie i dati e le fotografie relative ai circa 80 ”siti glaciogeni” (cioe’ le aree dove sono presenti masse gelate di dimensioni diverse) sparsi tra i vari Gruppi montuosi del veneto: dalla Marmolada, al Sorapi’s, all’Antelao e cosi’ via. L’opera e’ una sorprendente testimonianza della consistenza del fenomeno glaciale e della sua influenza nel paesaggio che contraddistingue l’area dolomitica. Il lavoro e’ stato realizzato dal Geo – glaciologo Franco Secchieri, che ha scritto il testo e fornito le circa 500 foto che narrano la ”storia” dei ghiacciai delle Dolomiti dal 1980 in poi. ”Vale sicuramente la pena di continuare a seguire le vicende glaciologiche di questa regione montuosa – ha affermato Conte – anche e soprattutto alla luce degli straordinari cambiamenti climatici in atto: le variazioni dei ghiacciai sono infatti uno dei principali parametri per valutare le conseguenze e l’impatto delle vicende meteorologiche e climatiche sul territorio”. A Secchieri verra’ dunque affidato il compito di continuare a studiare lo stato dei ghiacciai dolomitici e riportarne le variazioni degli ultimi anni. Tra i principali parametri che saranno rilevati per ricavare un bilancio glaciologico complessivo di quest’area montuosa vi sono: l’estensione complessiva delle masse gelate, il limite delle nevi e la conseguente ”linea di equilibrio”, la variazione areale delle zone di nevato. Tra i soggetti sotto osservazione vi sono anche i ”rock glacier” masse di ghiaccio particolari, sepolte dal detrito e che conservano la forma vera e propria delle lingue glaciali. Per questo, oltre che delle tradizionali foro aeree e terrestri, il geologo incaricato si avvarra’ per la prima volta di un metodo sperimentale di foto rilevamento utilizzando un ”drone” – fornito dalla ”European Project Consulting – che sorvolera’ alcuni ghiacciai scelti come campioni di indagine, ritraendone le immagini geo referenziate.