Il Barolo – soprannominato il “Re dei vini”- è una primizia enologica, un vanto per il nostro paese, una DOCG di serie A al pari di titani come il Chianti classico o il Brunello di Montalcino.
È un vino monovitigno, derivato da uve Nebbiolo al 100%.
La sua zona di produzione è situata nel cuore delle Langhe, un areale collinare immenso, con sullo sfondo una vista sulle Alpi, dominata dal Monviso (il Re di Pietra…un altro re) da mozzare il fiato. Certamente una cornice ideale per questo vino dell’alta nobiltà.
Infatti fu proprio la Marchesa Falletti di Barolo a creare dal nulla questo vino e a renderlo famoso presso i casati nobiliari più importanti della zona: pensiamo ad esempio che i Savoia acquistarono il castello di Serralunga d’Alba dove si produceva il Barolo, che veniva consumato abbondantemente, soprattutto nei pranzi a base di cacciagione. Anche Camillo Benso Conte di Cavour apprezzava moltissimo il re dei vini, tanto da far piantumare nei suoi possedimenti circa 200.000 piante di Nebbiolo.
Il Barolo è un vino da invecchiamento (minimo 3 anni, a decorrere dal 1º novembre dell’anno di produzione delle uve), molto alcolico, prodotto su terre calcareo-argillose;
potente, di grande personalità, di colore rosso granato con i suoi riflessi aranciati, con i suoi profumi intensi e persistenti, con il suo sapore pieno e vellutato.
Viene coltivato su versanti collinari debolmente acclivi e ben soleggiati, con una buona esposizione protetta dai venti. Solo la parte superiore dei versanti viene riservata alle uve Nebbiolo per il Barolo, dove la neve si scioglie prima e gli acini maturano meglio. I terreni di fondovalle sono categoricamente esclusi, troppo umidi, e non abbastanza soleggiati.
Basterebbe solo questo per invogliare chiunque ad organizzare una gita fuoriporta in queste dolci colline vitate, ma le terre del Barolo non sono solo vino. Qui si possono degustare i prodotti tipici della cucina tradizionale langarola e piemontese dal Tartufo bianco di Alba alla Nocciola tonda e gentile, dalla bagna caoda ai Ravioli del Plin preparati a mano); ma si possono anche visitare numerosi castelli, musei, enoteche, fossili…e mi fermo qui perché la lista è veramente lunga!