Fra le 8 minacce più gravi per l’equilibrio e la salute dei nostri suoli individuate dalla Strategia tematica per la protezione del suolo, c’è anche la compattazione.
La compattazione consiste nella compressione delle particelle del suolo in un volume minore con la riduzione degli spazi interstiziali fra le particelle medesime. Si tratta quindi di un fenomeno che provoca una profonda alterazione della porosità del suolo e delle sue proprietà idrologiche.
Le cause della compattazione sono da imputare principalmente all’uomo; in particolare gli occhi sono puntati soprattutto sul traffico improprio dei macchinari agricoli di grandi dimensioni. L’agricoltura moderna infatti, con l’attuazione di grandi monocolture e monosuccessioni, ha imposto l’utilizzo di macchine agricole sempre più potenti e pesanti; ciò ha portato senz’altro ad un aumento delle rese produttive nell’immediato, ma è controproducente per l’avvenire. Questo perché la compattazione porta alla riduzione della porosità e quindi ad una riduzione della capacità di infiltrazione dell’acqua e dell’aria e ad una maggiore difficoltà delle radici a penetrare con un conseguente ritardo nello sviluppo delle stesse.
Una possibile soluzione a questo problema – a cui tra l’altro stanno iniziando a guardare con fiducia molti agricoltori – potrebbe essere il ritorno alla trazione animale, vale a dire l’uso del cavallo per lavorare i campi. Un sistema che permetterebbe oltretutto un considerevole risparmio sui carburanti o sui costi di manutenzione di trattori e mezzi pesanti.
Ed allora ancora una volta la tecno-modernità potrebbe subire un smacco dai metodi equilibrati e sapienti delle genti antiche?